Superconcorso allenatori, la critica di Sacchi: «Situazione ridicola»
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Superconcorso allenatori, la critica di Sacchi: «Situazione ridicola»

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L’ex allenatore del Milan e della nazionale italiana è intervenuto sulla nuova formula per accedere al superconcorso allenatori a Coverciano

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e dell’ Italia è intervenuto duramente sulla nuova formula per diventare allenatore, la quale prevede che si possa diventare allenatori, solo se si è giocato in A o in B . Queste le sue parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport:

SACCHI SENZA TESSERINO«: Lo so, è una situazione ridicola, oltre che ingiusta. Non capisco: ma per essere un bravo fantino devo essere stato a cavallo? Qual’ è il criterio?Io avrò fatto onore al calcio italiano o no?Eppure non ho mai giocato oltre la Quarta Serie,. In questo sistema mi sento lo sgradevole puzzo delle consorterie e del clientelismo, che sono cose tipicamente italiane».

RISOLVERE IL PROBLEMA: «C’ e solo un modo liberalizzare. Il nostro calcio ha bisogno di rinnovarsi per continuare a generare interesse. E prer rinnovarsi ci vogliono idee. Siamo sicuri che un medico, un ragioniere o un idraulico, dopo un adeguato corso di formazione al quale deve eseguire un esame serio, al termine del quale si può anche essere bocciati, mica come oggi che vengono tutti promossi, che questi soggetti non possono portare al calcio idee nuove? Si deve svecchiare l’ambiente, aprire le porte e le finestre , fare entrare aria fresca. Altrimenti resteremo sempre prigionieri».

CALCIO ITALIANO PERDE APPEAL: «Direi proprio di si. Quando un bambino mi ferma per strada e mi chiede l’autografo e una foto, io gli domando spesso: «E tu giochi?». Prima mi rispondevano tutti di si .Oggi, invece, sempre più spesso mi dicono: «Eh no, non faccio calcio… ». Giocano a tennis, pallavolo, scherma. Si indirizzano verso altri sport e noi abbiamo il dovere di fermare questa emorragia».

FIGLIO DI ANCELOTTI NON AMMESSO A COVERCIANO – «Lui non ha mai giocato in A e nemmeno in B, ma è da diversi anni che fa il secondo di suo padre e mi pare che abbia contribuito non poco ai successi del Real Madrid: basta leggere che cosa dicono di lui i giocatori. Bene, per avere il patentino di Uefa Pro è dovuto andare in Scozia. Vi sembra normale? Ma dove crediamo di arrivare se continuiamo a mettere delle barriere? Ci sono gli esempi del sottoscritto, di Zaccheroni, di Zeman, di Mourinho, di Eriksson, di Klopp: non mi risulta che siano stati giocatori di alto livello, eppure sono grandi allenatori». 

MOTIVAZIONI – «Perché l’Italia, in tutti i campi, è un Paese che non premia il merito e dove è impossibile fare squadra. Il calcio potrebbe essere d’esempio ad altri settori, ma servono forze nuove. Basta invidie, basta gelosie. In questo periodo storico sono necessari sentimenti nobili che si traducono poi anche in diverso modo di stare in campo. Perché dopo un gol devo sempre vedere le squadre italiane che si chiudono in difesa? Attacchiamo, mostriamo coraggio… E facciamolo anche liberalizzando la professione dell’allenatore: ne potranno venire solo cose buone».

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