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Tirotta: «Ferrero organizzi un’assemblea: vedrà se lo amiamo»

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Tanto è già stato detto, sui social, nei bar, fuori dallo stadio, ma tanto c’è ancora da dire. Perché quello che è successo dopo il derby e continua a succedere è l’ultimo lunghissimo capitolo di una tragicommedia di livelle neppure troppo alto, durata un intero campionato. Chi più di altri ha speso parole è Vincenzo Tirotta, volto storico della tifoseria Sampdoriana, che soprattutto su Facebook ha fatto sentire la sua voce nei giorni scorsi. 

Vincenzo, oggi Ferrero è tornato a parlare: ha detto che i tifosi lo insultano perché lo amano e che lui ama la Sampdoria quanto voi…
«Non riesce proprio a prendere sul serio niente. Non capisce. E comunque la cosa è semplice: se ritiene che i tifosi lo amino organizzi una bella assemblea pubblica al PalaSport, nella quale spiegherà i suoi programmi così potrà avere la percezione di quanto la gente lo ama. Secondo me è l’ennesimo caso di cialtroneria da parte di questo signore, continua a portare avanti il suo modo di essere clownesco. Non ha capito che la Samp per noi è una cosa seria e non un gioco. E al di là del fatto che non porti niente a lui, è un comportamento maleducato, anche per gente nata, cresciuta e vissuta sulla strada. Pure il presidente del Borgo Rosso, riferimento del presidente cialtrone, il personaggio di Alberto Sordi non è così! La realtà supera la fantasia».

Ora al di là di quel che sta dicendo lui, c’è una continua fuga di notizie corredata da smentite. Un clima strano, non trovi?
«È la conseguenza logica di un ambiente che non è stato creato ma lasciato andare. L’unico errore che non si può imputare a Ferrero è quello di aver pensato di migliorare passando da Zenga a Montella, purtroppo però questo allenatore per risultati e il modo in cui ci si è arrivato ha dimostrato una completa inadeguatezza. Montella ha detto che lui e il suo staff da quando sono qui stanno lavorando 18 ore al giorno: se così, che cambino mestiere. Qui ce n’è per tutti, nessuno è innocente. Abbiamo una lunga tradizione di presidenti di un certo tipo: a Ferrero concedo la proprietà ma la presidenza no: lui il mio presidente non lo è mai stato, ora meno che mai». 

E a proprosito di presidenza e proprietà, proprio oggi è partita l’ennesima voce su cordate e imprenditori.
«Non ce ne sono cordate, non ce ne sono compratori. Non so se ci sono o meno ma mi sento di escluderlo. Anche perché se ci fossero e fosse già nota la questione sarebbero molto poco furbi, dei cialtroni. Se succederà qualcosa lo vedremo, ma la priorità ora è un’altra. Ho un allentore che prende un botto di soldi e si fa forza, cerca di avere più potere all’interno della società. Le dichiarazioni di Montella dell’ultimo mese vanno in quel senso. Se avesse dimostrato di essere così bravo sarebbe stato bene puntarci, ma è arrivato a novembre e ha ribaltato la squadra come un calzino con questi risultati: dovevamo essere la squadra dei giovani e siamo la squadra dei vecchi, invece del tiqui taca diamo palla a Viviano, dovevamo essere una squadra spettacolo e abbiamo fatto ridere… Salvati per miracolo grazie alla media punti di Zenga. Avrei dei dubbi a tenermi Montella. Aver perso il derby in quel modo senza nemmeno essersi scusato… Zenga è stato messo in croce ma dopo la sconfitta contro il Vojvodina si è preso gli sputi in faccia».

Ultima cosa: la Federclubs ha deciso di non seguire la squadra all’unanimità. Scelta giusta?
«È una protesta simbolica, una partita che non serve più a niente. Se la squadra non ha avuto le palle di giocare il derby figurati se avrà le palle per giocare a Torino. Poi ci sarà smobilitazione, alcuni manco passeranno più da Genova, parlo dei prestiti. Il problema poi in una situazione del genere è che Ferrero fa dichiarazioni di quel tipo. Ribadisco: organizzi davvero un’assemblea e vedrà quanto i tifosi lo amano: 50 anni fa abbiamo fatto il processo a Bernardini, ora potremo fare quello a Ferrero. Ma non credo abbia il coraggio. Piuttosto mi auguro che si faccia l’altra assemblea, quella dei tifosi».

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