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Tommasi: «Quarantena obbligatoria? Non ha senso ripartire»

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Il presidente dell’AIC Tommasi fa il punto sul protocollo per gli allenamenti e la ripresa del campionato di Serie A

Il presidente AIC Damiano Tommasi rileva ancora diverse perplessità quando si parla di far ripartire il campionato di Serie A. La prima preoccupazione riguarda gli allenamenti e le strette misure previste dal protocollo, come puntualizza ai taccuini della Gazzetta del Mezzogiorno.

PROTOCOLLO – «Non abbiamo contezza di quali siano le modifiche definitive. Il protocollo precedente era molto rigido e senz’altro complicato soprattutto in assenza di strutture adeguate. A oggi non possiamo permetterci fughe in avanti e azzardare atteggiamenti rischiosi che potrebbero diventare boomerang nel caso di nuove positività. Non ha senso oggi rischiare di ripartire se la previsione di quarantena obbligatoria rimane quella attuale. Comunque un altro aspetto che è poco considerato è la preoccupazione per chi risulta positivo. Quali possono essere le conseguenze sul singolo? Cosa rischia veramente? Inquadrare bene i rischi aiuterebbe anche a prendere decisioni».

SICUREZZA CALCIATORI – «Le perplessità sono inevitabili in un momento tanto complicato. A noi preme che le condizioni di sicurezza siano garantite a tutti. Sarà importante avere sotto controllo la sicurezza sanitaria di tutti quelli che dovranno mettersi in gioco per la ripresa. In questo i medici avranno un ruolo importante e a noi non resta che affidarci alla loro professionalità e competenza. Sulla blindatura dei ritiri va certamente fatta un’analisi attenta e realistica. L’attuale situazione cambia e cambierà inevitabilmente la modalità di fare sport. Non sappiamo ancora con quali rischi e quale incidenza sulle abitudini ma senz’altro finché ci saranno le condizioni di sicurezza nel fare uno sport di contatto dovremo pensare ad una nuova modalità».

PORTE CHIUSE – «È un effetto collaterale imprescindibile in questa emergenza. Sarà un calcio diverso e meno adrenalinico, almeno speriamo contribuisca a farci apprezzare ancora di più, a calciatori e tifosi, la bellezza di uno stadio in festa quando si tornerà a poterlo riempire».

TAGLIO STIPENDI – «Il taglio degli stipendi è sempre collegato ai due elementi sul tavolo ossia la riduzione drastica degli introiti e l’effettivo svolgimento dell’attività lavorativa. Non sapere se si ritorna in campo, con quali modalità, per quanto tempo e non avere dati certi, ad oggi, sulle effettive perdite rende qualsiasi decisione complessa e molto soggettiva. Calciatori o calciatrici che hanno accordi pluriennali” – ha concluso – “non sono nella stessa condizione di chi ha i contratti in scadenza così come le società che non sono certe della categoria nella quale saranno il prossimo anno faticano a programmare qualsiasi rimodulazione contrattuale».

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