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Trimboli: «Infortunio superato. Voglio restare alla Sampdoria»

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Trimboli, centrocampista della Sampdoria, ha fatto il punto sulla sua carriera: dall’essere tifoso a giocare in blucerchiato

Simone Trimboli, centrocampista della Sampdoria, ha fatto il punto sulla sua carriera: essere genovese e sampdoriano è una responsabilità in più. Le sue parole a Il Secolo XIX.

SAMPDORIA-CAGLIARI«A Genova… mi sono fatto male pochi giorni prima della partenza, tra tutore e dolori non me la sono sentita di partire. Ho giocato i playoff con la Primavera contro il Cagliari, gara sfortunata: infortunio alla clavicola destra e ho sbagliato il rigore. Giornata pesante, giusto pensarci per crescere, ma senza abbattersi, la prossima volta andrò sul dischetto convinto di fare gol. Ora sto meglio, faccio già tutto, evito solo i contatti fisici ma sto rientrando in gruppo al 100%».

RESTARE ALLA SAMPDORIA«Certo, sarebbe bello. È il mio secondo ritiro, lo vivo con emozione e responsabilità. Arrivi qui, ti giochi tutte le carte: devo migliorare ma voglio dimostrare al mister che anche senza guardare sul mercato può fidarsi di me, anche più dell’anno scorso. Giampaolo mi ha sempre mostrato fiducia vera, senza darmi contentini, mi ha detto che a fine stagione mi avrebbe voluto far giocare di più se la situazione fosse stata diversa. La speranza è restare e poi fare sempre più partite, magari 10, 15, 20».

MOMENTO MAGICO«Il debutto in A, da un lato atteso dall’altro inaspettato per il quando: la Juve vinceva 2-0, Giampaolo mi ha dato la chance di giocare, abbiamo perso ma lottando».

TIFOSO FIN DA PICCOLO«Da bambino andavo a Marassi. L’idolo era Cassano, fortissimo. Ma mi ispiro a Palombo: ho fatto il raccattapalle, uno delle prime volte entrai mano nella mano con Angelo, contro il Metalist, poi mi ha allenato, gioca nel mio ruolo: lui è un ideale da provare a replicare. Una carriera come la sua nella Samp? Magari».

ARRIVO IN PRIMA SQUADRA «È stato graduale, forse dopo la convocazione in prima squadra 4 anni fa a Napoli: ho capito ancora di più che dovevo dare tutto, dare il 100%, sacrificarmi, restare umile».

GENOVESE E SAMPDORIANO«Ti porta a dare ancora di più, senti di difendere la tua città, vuoi scavalcare ogni ostacolo per vincere e portare in alto la tua maglia».

EMOZIONI DA TIFOSO«Beh, nel derby è successo, non ho giocato, ma quante emozioni. Quando Emil ha parato il rigore ho abbracciato il doc e l’ho buttato giù nella panchina».

SEMPRE CAPITANO«Forse tra i miei coetanei i mister intravedevano in me un animo da leader, non so, o perché sono portato a parlare con i compagni cercando sempre le parole giuste».

FRATELLO«Matteo è un 2005: lui terzino destro, io mezzala destra, non saremmo neanche in competizione per il ruolo, il sogno massimo è giocare un giorno insieme nella Samp, lui che crossa, io che faccio gol».

FIDANZAMENTO«L’ho conosciuta grazie a Yepes, lui è un mio grande amico, compagno di camera: contro l’Inter eravamo insieme in campo, ci siamo abbracciati. Yepes era già fidanzato con una calciatrice blucerchiata, Beatrice Paganini, l’ho accompagnato a un allenamento e ho conosciuto Valeria».

GARDEL«Stare con una ragazza che fa sport aiuta perché anche lei sa che la sera non bisogna esagerare, fare tardi. Mi aiuta a stare sul pezzo. Le ruberei la mentalità, ha una testa incredibile, è severa, non molla un attimo, impossibile sgarrare con cibo e allenamenti, mi dà consigli. E nel tempo libero giochiamo a pallone insieme».

CONSIGLI«Soprattutto in tre mi hanno preso sotto la loro ala, uno per reparto: Murru, Candreva e Caputo».

CENTROCAMPISTI IDOLI «Il più forte è De Jong del Barcellona. E qui ho apprezzato molto Praet e Linetty».

SAMPIERDARENA E I TIFOSI«Dopo il derby mi chiedono di portare Audero e Sabiri a firmare le maglie. Mi salutano, mi dicono che ho realizzato il sogno di tutti loro, è bello ed è una responsabilità. Un motivo in più per dare tutto e dimostrare di poter stare qui».

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