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Le 5 curiosità più interessanti sul West Ham

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Le cinque curiosità sul West Ham, squadra inglese che si è aggiudicata l’ultima edizione della Conference League

Dopo aver visto il West Ham aggiudicarsi la seconda edizione della Conference League si è accesa la curiosità attorno al club londinese, tra i più interessanti del panorama nazionale. Il successo nella più giovane competizione europea è frutto di un cammino entusiasmante, frutto di sole vittorie, un pareggio e nessuna sconfitta. Numeri che hanno fatto sognare anche molti appassionati sportivi che seguono pronostici e analisi delle scommesse sul calcio. Andiamo a scoprire alcune chicche sugli Irons, senza dubbio tra le squadre di calcio più amate Oltremanica.

Un singolare primato

Il trionfo in Conference League è valso al club dell’est di Londra un record piuttosto bizzarro. Il West Ham è, infatti, una delle cinque compagini del Vecchio Continente ad essersi aggiudicate una competizione Uefa senza aver mai vinto in campo nazionale. Le altre sono Real Saragozza, Bayer Leverkusen, Parma e Villarreal.

Dallo storico Upton Park al moderno Stadio Olimpico

Oggi la squadra gioca le proprie partite casalinghe nel London Stadium, impianto che nel 2016 ha sostituito definitivamente Boleyn Ground. Il vecchio stadio, meglio noto come Upton Park, è stato la casa del West Ham per 112 anni. La struttura sorgeva vicino alla Green Street House, anche detta “Boleyn Castle” dopo il soggiorno di Anna Bolena nella dimora. Il castello è tradizionalmente molto caro all’ambiente, tanto da aver fatto la sua apparizione nello stemma societario. Dopo l’addio ad Upton Park, poi, l’iconico edificio è scomparso definitivamente dal logo.

Le bolle di sapone

L’ingresso in campo dei giocatori del West Ham è uno dei più caratteristici del calcio inglese. Come dimenticare le tradizionali bolle di sapone che volano nel cielo? Il motivo di tale rituale ha radici antiche. L’inno della squadra – come riportato anche da un articolo del blog di Betway – è intitolato “I’m forever blowing bubbles”, riadattamento di una canzone del 1918. Il brano fu adottato nel primo dopoguerra. Si narra che la decisione fu dello storico tecnico Charlie Paynter e dell’amico Cornelius Beal, preside della Park School. Alla base c’era la somiglianza tra un calciatore dell’epoca, Billy Murray, con il bambino ritratto in una pubblicità dell’azienda di saponi A & F Pears. Proprio per incitare Murray, l’allenatore canticchiava il motivetto di “I’m forever blowing bubbles”, che pian piano entrò nel cuore dei tifosi fino a diventare una tradizione.

Una storia da film

Tra le rivalità più importanti dei supporters del West Ham c’è quella con il Millwall. Le due tifoserie si sono odiate reciprocamente per decenni, dando vita a vere e proprie guerriglie tra i gruppi hooligan più accesi. Proprio questa storia ha ispirato quello che è poi diventato un cult delle pellicole sportive, “Hooligans” del 2005. Il film approfondisce le dinamiche della frangia più estrema e violenta del tifo del West Ham, l’Inter City Firm. Una storia che ha contribuito a dare un certo risalto mediatico agli Hammers anche all’estero.

Gli italiani nel club

Il West Ham può vantare una lunga tradizione di calciatori italiani. Tutt’oggi, tra i giocatori che hanno sollevato la coppa a Praga, ci sono anche alcune vecchie conoscenze della Serie A. L’ex juventino Angelo Ogbonna è un veterano degli Irons e gioca a Londra ormai dal 2015. Dopo i corteggiamenti di mezza Europa, Gianluca Scamacca ha scelto il West Ham per affermarsi in Premier League. Come dimenticare poi Emerson Palmieri, terzino campione d’Europa con la Nazionale nel 2021. L’ex Chelsea ha un primato invidiabile: è diventato l’unico ad aver vinto tutti i trofei Uefa per club. Discorso a parte meritano gli altri italiani in maglia Hammers: dalle meteore Zaza, Borriello e Nocerino passando per Diamanti, Di Michele e soprattutto Paolo Di Canio, rimasto nel cuore dei tifosi.

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