2015

Zenga: «Ho chiamato sia Zukanovic che Cassano. Balotelli è fuori portata»

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Walter Zenga continua la preparazione della sua squadra a Pinzolo, dove la Sampdoria sta sostenendo la seconda parte di ritiro pre-campionato. Domani si saprà chi sarà l’avversaria in Europa League il prossimo 30 luglio, intanto mancano poco più di dieci giorni al primo impegno ufficiale. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, però, c’è spazio per tanti argomenti da trattare, a partire dal mercato, dall’arrivo di Zukanovic a quello possibile di Cassano.

«Mi sento strano: torno dopo vent’anni e ritrovo stesso medico, fisioterapista, magazziniera e team manager. Mi confronto con Ferrero, Osti e Romei da due mesi e mi sembra di lavorare con loro da una vita. La prima volta che ho rimesso piede a Nervi mi sono detto: ma sto recitando in Sliding doors?».

«Ferrero non mi ricorda nessuno: è troppo diverso da tutti. Non ho mai conosciuto uno che fa della differenza uno stile di vita come fa lui. L’Europa League ha un peso fantastico, sono felice di portarmelo sulle spalle: immagina che palle stare un mese e mezzo senza una partita vera. Se credi che una cosa sia difficile, diventa difficile davvero: penso solo che dal 30 luglio al 30 agosto avremo – spero – sei partite vere (più amichevoli) e che una squadra allenata bene, pure psicologicamente, può giocare anche 50-60 partite in una stagione. Basta che l’allenatore non sia convinto che la squadra va bene perché è bravo lui».

«Eder e Soriano? Non c’è nulla che mi faccia pensare che possano essere ceduti. Anche se oramai nel mercato le squadre, tutte, hanno le porte come i saloon. Zukanovic? Tutti i tecnici parlano con i giocatori che vorrebbero allenare, dai. E mi sa che anche il Mancio è stanco di sentirsi dire ‘sta roba, infatti ripete che ha finito la ricarica del telefonino. A Zukanovic ho detto la verità: quella che un allenatore deve sempre dire. Se resta Okaka sono contento di quello che ho. E scommetto su Ivan: centrocampista slovacco classe ’95, lo voglio in prima squadra perché allenare la Samp vuol dire anche capire l’esigenza del club di promuovere i giovani».

«Balotelli? È fuori dalla nostra portata. Al massimo possiamo dargli una maglia, le scarpe e l’emozione di entrare a Marassi e sentire i tifosi del Doria che cantano. Ho chiamato io Cassano e gli ho detto “Antonio, uno come te non si può discutere, ma noi abbiamo un progetto e il nostro progetto si chiama Eder, Muriel, Correa, Bonazzoli, Okaka”. Ora ho Correa infortunato, ma il trequartista possono farlo anche Krsticic e Soriano, che pure per me è una mezzala».

«Gli obiettivi sono tre per questa Sampdoria: qualificarsi ai Gironi di Europa League, fare 40 punti il prima possibile e a quel punto vedere quante partite restano, considerare la Coppa Italia un percorso che con quattro partite può portarti in finale. Clausola Inter? No, non ci penso più e qui ho un contratto di un anno. La Samp è un punto d’arrivo: oggi sono felice di quello che ho e di quello che sto facendo: molto felice».

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