Quagliarella: «Vialli, l'anno da capocannoniere e il legame con la Sampdoria, vi racconto tutto!» - Samp News 24
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Quagliarella: «Vialli, l’anno da capocannoniere e il legame con la Sampdoria, vi racconto tutto!»

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Fabio Quagliarella, ex attaccante e capitano della Sampdoria, ha parlato di diversi temi in una recente intervista: le sue parole

Fabio Quagliarella ha parlato per i canali social di Panini, come riportato nella giornata odierna da Telenord. L’ex attaccante e capitano della Sampdoria ha parlato dei suoi anni a Genova a 360 gradi. Le sue parole:

VIALLI – «Avevo appena fatto una doppietta contro la Fiorentina a Firenzerientro sul pullman e mi arriva un messaggio da un numero che non avevo in rubrica. Apro e leggo: sei fortissimo, potresti tranquillamente giocare con la maglia numero 9. Un abbraccio grande, Luca Vialli. Ero più contento di quel messaggio che dei due gol. Gli ho risposto con un lungo ringraziamento, conservo ancora quelle parole».

ROVESCIATE, BAZZANI E FLACHI – «Ero arrivato come terza scelta dopo Bazzani e Flachi. Novellino mi faceva allenare con i centrocampisti e si lamentava delle mi escarse prestazioni fisiche; allora protestai: guardate che sono attaccante! Flachi era un giocatore di incredibile talento. Le rovesciate le ho imparate da lui».

ADDIO E LEGAME CON LA SAMPDORIA – «Avevo dato l’ok per aiutare la Samp in B. Avrei firmato in bianco, non mi interessavano i soldi. Mi sarei accontentato anche di mezz’ora a partita, volevo solo dare una mano dopo la retrocessione. La nuova proprietà ha avuto altre idee, un altro anno l’avrei fatto volentieri ».

IL GOL DI TACCO CONTRO IL NAPOLI – «Non esultai, con il Napoli non me la sento. Quando la colpisco e la vedo andare all’angolino penso: non ci credo! Gol di tacco ne avevo fatti, ma mai da quella distanza. Se ci riprovassi cento volte forse non riuscirei a rifarlo».

IL DERBY – «Nei derby della Lanterna ho avuto la fortuna di segnare spesso, pochissime sconfitte, bellissimo vedere tifosi di fedi diverse entrare insieme allo stadi.

CAPOCANNONIERE DI SERIE A – «Avevo già 36 anni, era il primo anno di Ronaldo alla Juve. Nessuno si aspettava che potessi riuscirci. L’anno prima avevo fatto 19 gol e pensavo sarebbe stato difficile ripetersi, poi ne segnai 26. Conoscevo bene i miei compagni, la squadra girava alla perfezione».

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