Bellucci: «Cassano, Sampdoria e Juventus. Vi svelo tutto»
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Bellucci: «Cassano, Sampdoria e Juventus. Vi svelo tutto»

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Claudio Bellucci ha ripercorso i passi salienti della sua carriera da calciatore: dalla Sampdoria alla Juventus. Le dichiarazioni

Dalla Sampdoria alla Juventus, passando per Antonio Cassano e il Napoli. L’ex attaccante blucerchiato Claudio Bellucci ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera nel corso di una lunga intervista concessa a grandhotelcalciomercato.com.

IO E CASSANO – «Mazzarri, nei due anni insieme alla Samp, me lo diceva sempre. ‘Siete tu e Cassano, magari torni l’80% delle volte tu, e il 20% lui’. Il primo anno segnai 12 gol io e 9 Antonio; il secondo 5 e 12: non è andata così male, anche se uscivo sfinito. In Liguria ci sono la mia casa e il mio cuore».

PRIMA DELUSIONE – «Mi ricordo ancora come mi ero sentito dopo la stagione al Venezia in Serie B. Era l’estate del ‘97, avevo segnato 20 gol in 33 gare e speravo che la Samp mi desse una possibilità. Invece, rientrato dal prestito mi comunicarono che ero stato ceduto in comproprietà al Napoli. Ci sono stato male per qualche giorno. Poi mi sono detto che sarei andato in una delle società storiche del nostro calcio: l’ho presa con entusiasmo. Ma me l’ero legata al dito, sapevo che prima o poi sarei tornato».

JUVENTUS – «Era una possibilità, ci furono dei contatti: mi sarei giocato le mie carte fino a fine stagione e poi si sarebbe visto come proseguire. Ma alla fine il Napoli bloccò tutto: doveva vincere il campionato per tornare subito in A e non acconsentì. Rottura del tendine della caviglia? Vuol dire che non era proprio cosa».

VICE ALLENATORE – «Da fuori sembra di avere meno responsabilità, visto che si compare meno, ma alla fine le decisioni si prendono in comune. De Biasi ha un livello culturale altissimo: conosce lingue, paesi, persone… Vista la mia storia, sotto questo punto di vista ho davvero tanto da imparare. I miei modelli? Ho tre fari: Eriksson, che mi ha dato la possibilità di esordire in Coppa Italia facendomi anche calciare un rigore (27 ottobre 1993: partita contro il Pisa, ndr); Mazzone, che ha scommesso su di me a Bologna; Ulivieri, maestro di calcio e di vita».

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