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Brescia, Cellino shock: «Spero di essere trattato meglio dagli arbitri»

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Serie A, il presidente del Brescia Cellino sulla ripresa: «Sapevo che l’avrei preso in quel posto. Ora spero che gli arbitri mi trattino meglio»

Fino a poche settimane fa, si può dire che Massimo Cellino fosse il leader del fronte anti-ripresa della Serie A. Poi il cambio di idea, con il presidente del Brescia che adesso è disposto a ripartire. Intervistato da Il Corriere dello Sport, il patron delle rondinelle ha commentato la sua decisione e il periodo vissuto con il Coronavirus in corpo.

CORONAVIRUS – «Diciassette giorni mi è stato addosso, quel bastardo, avevo perso gusto e olfatto. Febbre no, uno stato di malessere generale, niente di più».

RIPRESA – «Inizialmente ero contrario a ripartire, non mi sembrava possibile. Quando mi sono reso conto che molti colleghi erano in grossissime difficoltà economiche, senza più un euro e dopo aver scontato anche l’ultima rata delle tv, quella che non hanno ancora incassato, ho capito che bisognava ricominciare. Ho detto “ripartiamo”, pur sapendo che alla fine l’avrei preso in quel posto, io che ho i bilanci a posto, che non ho un debito con le banche, io che nel Brescia ho messo 45 milioni, se consideriamo il centro sportivo realizzato a mie spese. Adesso non ho alcuna intenzione di arrendermi, spero solo di essere trattato meglio dagli arbitri. Se retrocedo mi assumo le mie responsabilità, ci ho messo del mio».

LOTITO – «Claudio mi soffre (sorride, ndr) perché sono l’unico che riesce a farlo tacere. Se uno fa una domanda a Dal Pino, è lui che risponde. Ma Dal Pino non ha bisogno di un portavoce, è in gamba, ha idee e personalità».

NODI DA SCIOGLIERE – «Quello degli orari è un falso problema. Risolvibile e risolto. I rapporti con le tv sono stati condizionati da promesse di sconti che qualcuno non avrebbe dovuto fare. Noi ci atteniamo al protocollo, altri non so. Giochiamo e facciamola finita una volta per tutte».

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