Buffon: «Mi sarebbe piaciuto giocare con Vialli»
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Buffon: «Mi sarebbe piaciuto giocare con Vialli. Un onore ricoprire la sua carica»

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L’ex portiere Gianluigi Buffon ha ricordato la figura di Gianluca Vialli, leggenda della Sampdoria: le parole

L’ex portiere Gianluigi Buffon ha ricordato la figura di Gianluca Vialli, leggenda della Sampdoria. Ecco le sue parole rilasciate in un’intervista al Secolo XIX.

RICORDO VIALLI – «Il Mondiale 1986, lui con i capelli rasati, i calzettoni abbassati, bello da vedere. In un’Italia a fine ciclo, in un torneo sfortunato , Vialli era l’enfant prodige, il motivo di speranza, il simbolo del nuovo corso che sarebbe iniziato subito dopo la visita a Italia ’90».

SAMPDORIA – «Io ero sull’altro versante, simpatizzante del Genoa, ma il campanilismo cittadino non era becero, offensivo. E devo ammettere che la Sampdoria era la squadra simpatia come poi fu il mio Parma anni ’90. C’era questa banda di ragazzi, magari qualcuno anche più “scapestrato”, tutti educati da Mantovani: mi davano l’idea di una classe scolastica, mi sembrava quasi di poterli vedere riuniti in aula con il presidente in veste di professore. In quella Samp di percepiva un’energia, una volontà di vincere uscendo clichè ci riuscivano molto bene. Erano giovani ogni tanto anche fuori dal campo poteva esserci qualche battuta d’arresto ma tutto era compensato dalla loro bravura, dalla classe che mostrava in campo. Luca fu uno dei primi a mettere l’orecchino, ricordo i suoi capelli biondi. La sua Sampdoria aveva voglia di osare. e lui era il primattore».

AVVERSARIO – «Ricordo una di piedi che gli feci nel secondo tempo, su un suo tiro a colpo sicuro. E rammento la sua presenza scenografica e carismatica. Il Vialli della Juve era diverso non solo calcisticamente: era maturato definitivamente, ancora più trascinatore a tutto tondo, senza soluzione di continuità. Giocandoci contro lo percepivi».

L’UOMO VIALLI – «Negli ultimi 7/8 anni abbiamo iniziato a frequentarci, a sentirci, mantengo i nostri messaggi, i nostri scambi. Gian era una persona speciale, aveva ilarità, leggerezza in certi modi di vivere , ma anche capacità di analisi delle situazioni degli uomini che lo rendevano. È difficile a cui uno piace scherzare, stare in gruppo poi abbia questa autorevolezza. Una dote immensa».

CARICA – «Per me è stata una sorpresa, un’onore ricoprire una carica così importante con predecessori come Gigi Riva e Vialli, figure mitologiche del calcio italiano. Non posso pensare di trasmettere alla squadra quello che ha dato lui alla squadra e staff, abbiamo età, esperienza e momenti di vita diversi. Non posso avere lo stesso tipo di sensibilità nell’analizzare le cose. La prima regola giusta è non scimmiottare Gianluca e qualcosa che non sei. Cerco di fare dire e trasmettere quello che mi viene, non mi preparo discorsi ma se sul momento ho qualcosa che mi si incastra bene dentro lo tiro fuori».

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