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2014

CdS – Mihajlovic: «Merito dei ragazzi se la Samp va così bene»

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Sinisa Mihajlovic e Roma, un rapporto mai concluso. Il serbo giunse nella Capitale negli anni ’90, quando fu prelevato dalla Roma mentre giocava nella Stella Rossa, con la quale aveva vinto anche una Coppa dei Campioni. Poi la Lazio per molti anni, sia da giocatore che da vice-allenatore sotto Mancini. E ora il ritorno da tecnico blucerchiato all’Olimpico: «Con la Samp stiamo facendo un ottimo lavoro, ma il merito è solo dei ragazzi, che mi hanno dato piena disponibilità. Non manca tanto alla salvezza, ma è un momento chiave: basta poco per rovinare tutto, quindi dobbiamo restare con i piedi per terra – esordisce il tecnico della Samp – Quando sono arrivato, ho visto una squadra giù di morale: è normale, essendo una rosa molto giovane. La mia, però, è una mentalità vincente e quindi ho chiesto ai ragazzi di giocare più aggressivi: se difendi e basta, un gol prima o poi lo prendi».

SACRIFICI E FUTURO – Un esempio viene subito in mente: «Penso a Gabbiadini: lui non gioca nel suo ruolo naturale, ma per raggiungere l’obiettivo è disposto a sacrificarsi. Parlo con tutti i miei giocatori e dico le cose in faccia, ma spesso conta molto l’esperienza che ho da padre: se parlo con un ragazzo sensibile e mi arrabbio, non ottengo nessun risultato». C’è chi sogna l’Europa League: «Chi lo sa. Se fossi arrivato a giugno, forse, a questo punto del campionato sarei stato esonerato – ammette Mihajlovic a “Il Corriere dello Sport” – Non mi piace ragionare in questo modo, io ho rinunciato a due anni e mezzo di contratto con la Serbia per venire alla Samp: era un rischio, ma a me piacciono i rischi». Sul futuro: «Questa squadra ha ottime basi, ma per raggiungere l’Europa League bisogna fare investimenti che il calcio italiano non può sopportare». E sul restare a Genova: «Ne parlerò solo dopo aver raggiunto la salvezza».

ROMA ED EX COMPAGNI – Ora arriva la Roma: «Per quello che ho vinto, sono laziale dentro. Totti è il calciatore italiano più forte di tutti i tempi, anche più di Rivera e Baggio: con o senza di lui, i giallorossi sono un’altra squadra. Al di là del risultato, conta l’atteggiamento: se noi ci chiudessimo, rischieremmo comunque. Voglio giocarmela a viso aperto». Inoltre, un retroscena su un possibile arrivo nello staff tecnico della Samp: «Avrei voluto Stankovic nello staff alla Serbia e poi qui alla Samp: quando si sente pronto, basta un colpo di telefono e io ci sono».

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