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Dalla magia contro la Samp al sorcio nero: ecco Pattolino Sau

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Il nuovo rinforzo dell’attacco blucerchiato è Marco Sau. Voglia di rilancio e doti tecniche, ma un passato sfortunato per l’attaccante barbaricino

Il quarto attaccante della Sampdoria, nel girone di ritorno, sarà Marco Sau. In attesa del ritorno in campo di Gianluca Caprari, infortunatosi a pochi giorni dalla chiusura del mercato, l’ex capitano del Cagliari sarà l’arma in più del tecnico doriano Marco Giampaolo. Si trasferisce a Genova a titolo definitivo. Cinque mesi per dimostrare il suo valore, per ritornare ad essere il giocatore che tutti ammiravano quando militava con la maglia del Foggia e della Juve Stabia. Perché la fortuna, è giusto dirlo, sembra aver voltato le spalle a Sau: falcidiato da infortuni muscolari, che gli hanno impedito di rendere al massimo delle sue potenzialità, dalla stagione 2012/13 non ha più trovato continuità nelle prestazioni. L’esplosività, che è sempre stata una sua caratteristica, si è un po’ affievolita anche colpa delle insicurezze lasciategli addosso dai numerosi stop fisici. Non è mutata però la cattiveria sotto porta. Il classe ’87, spesso paragonato per modo di giocare ad Alexandre Pato, da cui il soprannome Pattolino, non ha saputo rilanciarsi al Cagliari.

Una prigione dorata, dove non è mai stato messo in discussione, forse perché non abbandonò la squadra dopo la retrocessione in Serie B nella stagione 2014/15 e contribuì, con dieci gol – tra i quali uno segnato proprio alla Sampdoria -, al ritorno nella massima serie la stagione successiva. Rimettersi in gioco, in un ambiente nuovo, ricco di stimoli, potrebbe dare nuovo smalto ad un attaccante che, negli ultimi sette anni, ha realizzato solo trentatré gol. In questa stagione Sau ha messo a segno una sola rete, nella partita disputata contro la Roma e finita in pareggio per 2-2. Il gol ha scatenato l’ira, in diretta televisiva, di Adriano Panatta, che lo ha definito un “sorcio nero che si inserisce in mezzo alla difesa“. Ha collezionato in tutto quattordici presenze e saltato le ultime tre sfide, tra campionato e Coppa Italia, a seguito di un affaticamento muscolare. Tatticamente nasce punta centrale, ma col tempo diventa un’ottima seconda punta. La buona tecnica di base, unita alla velocità e alla resistenza, nonché la capacità di utilizzare in maniera egregia entrambi i piedi lo avvantaggiano in questo ruolo. Abile nell’uno contro uno, con il tempo è stato impiegato – soprattutto sotto la gestione del tecnico Massimo Rastelli – come esterno di centrocampo per dare maggior copertura difensiva alla retroguardia.

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