Dossena: «Mantovani mente geniale. Trattativa durata un minuto e mezzo»
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Dossena: «Mantovani mente illuminata. La trattativa durò un minuto e mezzo»

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Beppe Dossena ricorda con commozione lo storico presidente della Sampdoria Paolo Mantovani nel giorno della sua scomparsa

Durante un’intervista a Telenord l’ex stella della Sampdoria Beppe Dossena ha parlato di varie tematiche, richiamando alla memoria lo storico presidente blucerchiato Paolo Mantovani, dopo 27 anni dalla sua scomparsa.

PAOLO MANTOVANI – «Era l’unica persona fondamentale, senza di lui non ci sarebbe stata quella squadra, solo una mente illuminata poteva pensare, partirire e creare quella squadra. Il vero fuoriclasse è stato lui, fortunatamente ha guardato e si è girato dalla parte blucerchiata. È stata la persona che ha regalato la realizzazione di un sogno, non ci potrà mai essere un presidente così. Pochi possono raggiungere la sua statura, nell’essere, un presidente, un tifoso, un amico. Era un fenomeno».

IL RICORDO MIGLIORE – «L’anno in cui andai via lo chiamai e gli dissi ‘Gaucci mi offre sei anni di contratto”. Lui mi rispose: ‘Io non ti mando via’. Io gli ho chiesto: “E se fossi suo figlio?” Lui mi disse di decidere e che non poteva fare niente e così andai via”. La mia trattativa con Mantovani è durata un minuto e mezzo. Non ti dava mai l’idea di voler racimolare briciole, quello era. Ciò che poteva offrire era il meglio per noi, nessuno ha mai pensato di contestare o chiedere qualcosa. Non ce n’era motivo».

SAMPDORIA LAZIO – «La Lazio oggi, in questo momento particolare, fa meno paura. A parità di condizione sarebbe dura, certo bisogna prendere con le molle una squadra con caratteristiche importanti. Ovviamente il risultato di Firenze aiuta. Alla Samp sono arrivati elementi di qualità e poi c’è un allenatore con equilibrio, questo è un dettaglio importante. L’anno scorso senza equilibrio la squadra non si sarebbe tolta da quella situazione».

MERCATO FERRERO – «Io ho la sensazione che verranno centellinati sia negli sforzi che nel modo di stare in campo. Sotto l’aspetto del mercato si sbaglia a contestare il presidente. Se parliamo solo della parte sportiva il suo è un voto ampiamente sufficiente. Ha fatto sempre degli acquisti che per alcuni possono sembrare improbabili. Se ci limitassimo a giudicarlo per quello che ha fatto da presidente non ci sarebbe ragione di contestarlo».

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