ESCLUSIVA - Aglietti racconta Soriano: «È un giocatore moderno: lo volevo a Novara. Questo è il suo anno» - Samp News 24
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2014

ESCLUSIVA – Aglietti racconta Soriano: «È un giocatore moderno: lo volevo a Novara. Questo è il suo anno»

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Sono stati i mesi di Roberto Soriano, così come sono stati quelli di Sinisa Mihajlovic. Una combinazione vincente, che ha portato il centrocampista italo-tedesco a trovare la prima rete in Serie A con la Lazio, in quel rocambolesco pareggio per 1 a 1. A lanciare Soriano, originario di Avellino, ma nato a Darmstadt, a livello professionistico fu Alfredo Aglietti, allenatore tanto della Primavera della Sampdoria che dell’Empoli, di recente anche sulla panchina del Novara. Con Aglietti abbiamo parlato del giocatore Soriano, delle sue qualità, del suo futuro e degli aspetti da limare per il definitivo salto di qualità.

Mister, lei ha allenato Soriano nella Primavera della Sampdoria e poi lo ha portato con sé all’Empoli dandogli fiducia e concedendogli la prima esperienza da professionista. Cosa l’aveva così colpito?
«Soriano è sicuramente un giocatore molto duttile e la sua duttilità lo ha reso un giocatore molto moderno. Può giocare in qualsiasi ruolo di centrocampo, basti vedere come anche Mihajlovic lo faccia giocare dietro le punte senza troppa difficoltà nel 4-2-3-1. Ha tanta qualità e la accompagna anche alla quantità: con lui ho sempre lavorato bene e provai anche a portarlo con me a Novara».

Negli ultimi anni quando entrava in campo con la Sampdoria i tifosi spesso mugugnavano, sembrava quasi come se fosse un giocatore non adatto. Poi finalmente è riuscito a esprimere le sue qualità. Secondo lei cosa è cambiato?
«La fiducia dell’allenatore, che è assolutamente importante in questi frangenti. Ovviamente anche Roberto deve essere bravo a capire che per fare il calciatore non serve avere solo la qualità, ma essere anche un professionista dentro e fuori dal campo, conducendo una vita serena e seria. Le qualità vanno confermate da questi altri aspetti di vita. Poi c’è da dire che la Sampdoria ha una piazza esigente e Soriano è un giocatore abbastanza sensibile, quindi con qualche critica si sarà sentito intimidito. Adesso deve ritrovare la continuità anche a livello di testa, vivere bene il rapporto con la tifoseria. Serve anche maturità».

Fa specie che lei parli di serenità e professionalità in campo e fuori, perché ricordo che nel finale di campionato con l’Empoli riuscì a farsi espellere consecutivamente due volte: prima con l’Atalanta e scontò una giornata di squalifica, poi tornò e con il Sassuolo si fece nuovamente espellere.
«Ecco che torniamo al discorso di prima: due anni fa era molto più giovane e ai giovani va data la possibilità di sbagliare. Si dice sempre che bisogna far giocare i giovani nel nostro campionato, ma poi al primo errore li si condanna, li puniamo e le critichiamo. La fortuna di essere giovani è che si può sbagliare e loro sono tali in tutto e per tutto: queste esperienze servono anche per crescere e così come due anni fa non pensò a quella che era la gravità della situazione, allo stesso tempo si ricorderà dell’errore. Queste situazioni penalizzano, ma aiutano a crescere».

Quest’estate durante il ritiro di Bardonecchia una cosa mi ha colpito: una mattina al ritorno dal percorso in montagna tutti i suoi compagni, a coppie, camminavano defaticando in maniera rilassata. Lui invece ha continuato a tenere in tensione le gambe camminando all’indietro per una discesa. Lei ricorda che all’Empoli o in Primavera fosse così solerte o magari il fattore ambientale lo ha condizionato?
«A Empoli era diverso perché l’allenatore lo conosceva e quindi lui era tranquillo sotto quest’aspetto. Questa cosa che mi dice del ritiro è sicuramente particolare e conferma che Soriano ha capito che quest’anno è l’anno decisivo. Lui ultimamente è stato protagonista di prestazioni altalenanti e ci sono dei treni che vanno presi perché il tempo passa e ora ha la sua opportunità per diventare maturo. D’altronde la Sampdoria ha un organico giovane e lui ha le sue opportunità per mettersi in mostra: non deve lasciare nulla al caso e dare sempre il meglio di sé in allenamento e in campo. Questo a prescindere da chi sia l’allenatore, che si tratti di Delio Rossi, di Sinisa Mihajlovic o di chi sarà poi. Soriano sa che questo è l’anno decisivo».

In chiusura, cosa farà Aglietti nei prossimi mesi?
«Continuerò a fare quello che sto facendo, ovvero girare tra i campi, assistere a qualche allenamento dei miei colleghi. Poi vedremo quali in particolare. Mi preparerò per tornare al meglio nel mese di giugno o luglio perché penso di aver sempre dimostrato di aver fatto bene il mio lavoro».

Da parte di tutta la redazione gli auguri ad Alfredo Aglietti per un rapido ritorno nel nostro campionato.

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