Euro 2020, Boban: «Italia? È il capolavoro di Mancini»
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Euro 2020, Boban: «Italia? È il capolavoro di Mancini»

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Zvonimir Boban parla alla vigilia della finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra: ecco le dichiarazioni dell’Head of Football UEFA

Zvonimir Boban ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Le dichiarazioni.

FINALE – «Mi viene da ridere. Ridicolo solo pensare che l’Uefa favorisca una squadra. Teorie cospirazioniste e dietrologia sono sempre esistite, ma chi vive il calcio sa che sarà una finale pulita».

ITALIA – «La qualità generale non è quella delle migliori Italia. Ma qui è il capolavoro di Mancini. E i giocatori hanno dimostrato forza mentale, spirito di gruppo e capacità non comune di lettura delle situazioni».

TERZINI – «Sono stato colpito dal grande lavoro dei due terzini: Di Lorenzo e Spinazzola hanno sempre avuto qualche problema difensivo ma qui, oltre ad attaccare alla grande, marcano benissimo. I tecnici dei club non ci erano riusciti».

I MIGLIORI – «Il fuoriclasse è Donnarumma. Poi Chiesa, fuoriclasse potenziale. E Jorginho. Decisivo. In un anno in cui i fuoriclasse e i geni del calcio non partecipano al gala, è uno dei candidati al Pallone d’Oro e al Best Fifa».

DIFESA A 3 – «Se metto tre difensori, costringo gli esterni ad abbassarsi e il centrocampo va in inferiorità. Chi gioca a tre non domina mai. Spiace che grandi allenatori abbiano seguito questa moda trasformando, anzi, deformando le loro squadre. Nel calcio è fondamentale l’occupazione degli spazi del centrocampo».

RIGORE STERLING – «Decisione dubbia, non si può negare, ma non uno scandalo come dicono urlatori di professione. Spiace che l’ombra sia caduta in un momento così e che alcuni mettano in discussione un Europeo in cui l’arbitraggio è stato fantastico. Rosetti ha fatto un gran lavoro di preparazione e rinnovamento. Makkelie era convinto di aver preso una decisione giusta».

NO ALL’ALLIANZ ARCOBALENO – «Se c’è un’organizzazione attenta alle problematiche sociali è l’Uefa. Rispetto, non discriminazione, uguaglianza, inclusività. I politici non possono usare l’Uefa per i loro conflitti e per populismo. Non è questione di valori. Un sindaco tedesco non può chiederci qualcosa contro Orban, Mandela o Gandhi. Possono sempre rompere i rapporti diplomatici, se vogliono. Non abbiamo bisogno di colorare uno stadio per dire che siamo quelli. Noi siamo quelli».

SUPERLEGA – «C’è una battaglia legale. E la vinceremo. Quella reale e calcistica il calcio l’ha vinta contro chi vuole rovinarlo per farlo diventare un business, cancellando centosessant’anni di storia. Solo perché qualcuno non faceva bene i conti delle sue società dobbiamo rovinare il calcio?».

BORIS JOHNSON – «Discorsi assurdi, disonesti, scorretti. Dicevano anche che avremmo giocato la finale di Champions a Londra per lui, invece è stata a Oporto. Il calcio deve essere grato all’Inghilterra per come ha reagito e anche a paesi come l’Italia: Gravina è tra quelli che hanno lottato. Ma i veri vincitori sono il calcio, la gente che lo ama e, se devo fare un nome, Ceferin».

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