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Giampaolo romantico: «Sampdoria, non esiste altro per me»

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Giampaolo racconta la sua Sampdoria: «Arrivare sesti un sogno, ma è impossibile fare di più. Noi ci metteremo fino all’ultima goccia di sudore e sangue»

Dopo un periodo di calo coinciso con il mese di dicembre, la sua Sampdoria ha ripreso a volare dopo la sconfitta di Benevento, decisiva per scuotere gli animi di dirigenti e giocatori e ritrovare così una coesione che ha permesso, nelle successive 5 partite, di racimolare ben 11 punti, tornando a difendere la sesta posizione con tutte le forze a disposizione della squadra. Marco Giampaolo non può che dirsi soddisfatto del cammino finora compiuto dalla propria Sampdoria, ma il bello deve ancora venire. Domenica sera, per esempio, sarà big match contro il Milan, non la gara più importante della sua carriera: «La più bella. La più affascinante – ha affermato il tecnico doriano ai taccuini de Il Secolo XIX -, la più motivante. Mi piace pensarla, domenica sera a San Siro. E giocarla».

Per quanto riguarda le scelte di formazione, c’è ancora tempo per poter riflettere: «Devo però vivere ancora una settimana di allenamenti e vedere i miei giocatori in campo. Vivo molto la settimana, mi fido molto delle sensazioni, delle percezioni. Degli odori. Alla fine 9 volte su 10 ci azzecco sulla prestazione, non sul risultato, sarei un mago. Ci sono partite in cui sono stra-sereno, spero anche domenica, e altre in cui mi scappa qualcosa. Il Milan di Gattuso è cambiato rispetto a quello di Montella, ma in questi grandi cambi di passo concorrono tante variabili».

La classifica dice che si tratta quasi di una partita da spareggio per quanto riguarda il sesto posto e l’Europa, ma Giampaolo preferisce mantenere un basso profilo: «Tutti noi abbiamo obiettivi. Ma se li sbandieri senza avere qualità e mezzi per poterli raggiungere fai solo comunicazione sbagliata. Oggi però siamo felicemente lì e ce la giocheremo fino all’ultima goccia di sangue e sudore.  Bisogna giocare bene, entrare con la carogna, palleggiare, non tradire quello che cerchiamo di produrre da un anno e mezzo, non perdere la palla, non alzarla. Così ci costruiamo i presupposti per vincere. Se questa Samp può essere migliorata? Sì, in molte cose, soprattutto nei particolari. Dobbiamo essere bravi a trovare le soluzioni giuste quando incontriamo quegli avversari tatticamente meno “chiari”, come Torino e Atalanta, che cambiano qualcosa rispetto a quanto avevamo preparato. La squadra, nelle conoscenze, è in grado di risolvere il problema, ma a volte devo ribadirlo nell’intervallo. Questo sarebbe uno step».

La Sampdoria ha sorpreso quest’anno: dopo le cessioni estive, nessuno poteva preventivare un campionato di così alto livello, nemmeno lo stesso allenatore doriano: «Io non ero convinto di fare meglio del decimo posto scorso. La squadra ha saltato qualche step, è andata oltre le aspettative, ma non eravamo costruiti, preparati per giocarci l’Europa. Non mi sto precostituendo un alibi. Siamo lì e ce la giochiamo». Inutile dire che arrivare sesti sarebbe un risultato da sogno: «Sarebbe qualcosa di oltre. Già settimi significherebbe vincere il nostro scudetto. Però, un altr’anno? Tra due? Posso arrivare quinto, quarto, terzo? Stando cosi le cose, ragionando in base ai fatturati, no. Se dopo questo campionato vendo di nuovo 2 o 3 giocatori, come l’anno scorso, posso arrivare settimo solo con dei grandissimi colpi di fortuna. Così il calcio diventa solo un industria che produce utili ogni anno e stanno tutti bene. Ma i sogni?».

Si è fatto spesso il nome di Giampaolo in ottica Napoli per un’eventuale sostituzione di Sarri, ma dalle parole di tecnico traspare un vero e proprio amore per la Sampdoria: «L’altra sera guardavo in televisione “Che tempo che fa”. Quagliarella ha regalato la sua maglia a Fazio. Ero con mia moglie, le ho detto “guarda come è bella”. La maglia della Samp respira fascino. È riconoscibile. È quella. Non si camuffa. Il fascino della Samp deriva anche da quella maglia, ha un senso di antico e di storico, la riconoscevi anche quando la tivù era in bianconero. Tutti la vogliono. Rappresentarla nel modo migliore… questo è il mio sentimento. E il sentimento è la prima cosa, senza non fai niente. La seconda cosa, non devi tradirlo. Tutte le considerazioni che possiamo fare in futuro saranno sempre legate da questo connubio, il sentimento e il non tradirlo. Se siamo in questa condizione – conclude romanticamente Giampaolo-, non esiste niente altro per me».

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