Giampaolo svela: «Avrei cambiato modulo per Cassano»
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Giampaolo svela: «Avrei cambiato modulo per Cassano»

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Dopo la vittoria contro il Milan, Marco Giampaolo parla del match disputato al Meazza e svela un retroscena sulla questione Antonio Cassano

Dopo la vittoria maturata sul campo del Milan, grazie al rigore realizzato da Luis Muriel, la Sampdoria va a riposo per due giorni in attesa di sapere il risultato della partita che il Bologna ha in programma per mercoledì contro proprio i rossoneri. Infatti il prossimo match, allo stadio Luigi Ferraris di Genova, sarà proprio contro il Bologna di Donadoni uscito sconfitto per 7-1 nel match contro il Napoli. Mister Giampaolo, alla sua prima vittoria contro il Milan, parla del match e svela un retroscena che riguarda Antonio Cassano: «Non è mai semplice battere il Milan» afferma ai microfoni di Radio Anch’io Sport «Mi hanno ricordato che non avevo mai battuto il Milan, ma non è facile batterlo. Sono proprio contento per ieri. Che ho detto ai miei prima della gara? Li tengo sempre tranquilli, io credo che i calciatori debbano divertirsi giocando a pallone. Ho tanti ragazzi giovani che non si portano dietro i costumi di una tradizione tutta italiana, ma entrano in campo e se la giocano. Il Milan ha grande qualità nel possesso palla e ci ha impedito di stare alti, ma alla fine la differenza la fanno i giocatori».

I GIOVANI – La Sampdoria è una squadra giovane e affamata: «In Italia c’è tanta tensione. Questi ragazzi che arrivano da altri campionati però non la sentono, almeno non all’inizio. Infatti giochi a calcio perché è una passione, un divertimento, è un qualcosa che ti cresce dentro. Non deve essere come andare in guerra. Se non mi diverto rendo meno. Questo è quello che stiamo cercando di fare con questa squadra. Va dato merito al grande lavoro di scouting e a chi si occupa delle scelte societarie, se oggi ci sono più giovani in A. Queste sono le linee guida dei club e vanno apprezzate. All’allenatore spetta allenare, e se ha tutti giovani li deve fare giocare per forza. Alle spalle ci sono anche ragionamenti economici: il calcio è molto cambiato ed è sempre più importante fare delle plusvalenze. Con un ventenne puoi farlo, con un trentenne no» e su Torreira: «Morfologicamente è un Medel, un Gargano. È un centrocampista dotato di grande intelligenza tattica. Sa sempre dove va a cadere il pallone. Lui ha fame, quella vera. Si vede che è nato nei vicoli, ha tutte quelle furbizie e quelle intuizioni del ragazzo di strada che deve imparare a cavarsela».

IL RETROSCENA SU CASSANO, FERRERO E MURIEL – C’è anche spazio per parlare di Antonio Cassano: «L’ho portato in ritiro, volevo recuperarlo. Avevo anche pensato di cambiare sistema di gioco e mettermi con il falso nueve, poteva essere un ruolo congeniale per lui Con me è stato esemplare. Il club vuole una rosa giovane, questa decisione era già stata programmata. Ferrero? E’ una persona estremamente intelligente, è diverso rispetto al personaggio che appare in pubblico. Con lui c’è un rapporto franco e diretto, mi stima molto e non entra mai in merito alle situazioni tecniche. Muriel? Questo può essere il suo anno. Lui è l’unico che sostiene due volte il doppio allenamento, e poi sta attento all’alimentazione: credo sia scattata la voglia di cambiare. Se questi sono gli atteggiamenti non può altro che crescere, dipende solo da lui».

RAMMARICO COPPA ITALIA? SICURO DELLE SCELTE FATTE – Non c’è rammarico per la Coppa Italia e per quella partita persa malamente contro la Juventus: «Ci sono motivi forti perché feci quelle scelte di formazione. Innanzitutto, si giocavano tre partite quella settimana, venivamo dal derby e avremmo giocato con l’Inter. Poi il nostro modulo è molto dispendioso per gli attaccanti. Io alleno 25 giocatori, non 11. Se poi hai bisogno di chi non fai giocare, non lo trovi pronto se non lo metti mai in campo. Feci la miglior formazione, che spesso è quella che sul piano fisico riesce a tenere botta con l’avversario. Così anche in TIM Cup. Bisogna che si rispettino i principi di gestione dello spogliatoio, che a molti interessano poco ma che per un allenatore sono fondamentali»

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