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Giampaolo vuole il salto: «Ora conviviamo con le pressioni»

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Giampaolo dopo Sampdoria-Cagliari: «Dovevamo vincere. Europa? Conviviamo con le pressioni e alziamo l’autostima»

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È un Marco Giampaolo soddisfatto, ma con i piedi per terra, quello che arriva ai microfoni di DAZN dopo Sampdoria-Cagliari. Il rigore trasformato da Fabio Quagliarella, che ha decretato la vittoria, rilancia i blucerchiati in classifica: «Abbiamo giocato con un filo di preoccupazione di troppo, secondo me, soprattutto nel primo tempo e questo non ha giovato. La squadra dev’essere libera di esprimere il proprio gioco – ha spiegato il tecnico blucerchiato – poi ci siamo scrollati di dosso questo fardello e ha fatto la partita che sa fare. Dovevamo vincere, e la squadra è stata brava a farlo, perché tre sconfitte un po’ di sporco addosso te lo lasciano sempre. Gli aspetti mentali fanno sempre la differenza, eravamo un po’ frenati e preoccupati. Abbiamo anche giocato con una squadra molto sbilanciata, offensiva, con un centrocampo molto offensivo, tre attaccanti e Sala terzino che ha le sue belle qualità da giocatore tecnico e di manovra. Questo è il DNA della squadra e non si scende a compromessi.

Uscito dal campo Riccardo Saponara, Gregoire Defrel ha preso posto sulla trequarti: «Abbiamo anche Ramirez in quel ruolo – ricorda Giampaolo – abbiamo Saponara e in passato abbiamo usato Caprari. Poi dipende dalle partite, non sempre lo puoi fare, oggi eravamo molto offensivi». Ora l’Europa torna più vicina: «Se vuoi raggiungere obiettivi importanti, devi saper convivere anche con le pressioni: noi dobbiamo avere le giuste pressioni, perché dobbiamo alzare il livello delle ambizioni. Non si può abbandonare la lotta prima, e lì bisogna attingere alle proprie risorse caratteriali mettendosi in gioco. In questo senso, dobbiamo fare ancora uno step, ma ho fiducia in tutti i miei calciatori. Non menziono mai gli assenti, ma oggi ne avevamo 5 che poi spostano gli equilibri: tuttavia, siamo sempre competitivi. Bisogna migliorare l’autostima e convivere con le pressioni per lottare per obiettivi straordinari, per cui magari non siamo costruiti ma ci si può adattare in corsa».

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