Ferrero, abuso edilizio ai Parioli e conti sequestrati - Samp News 24
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2015

Ferrero, abuso edilizio ai Parioli e conti sequestrati

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Tutti nella vita dobbiamo affrontare le più classiche noie all’interno della vita in un condominio e così pure il presidente Massimo Ferrero. Il casus belli sarebbero i lavori che il numero uno della Sampdori ha svolto nella ristrutturazione del suo appartamento a Roma nel quartiere Parioli, problemi grossi al punto di costringere il presidente a sedersi sul banco degli imputati con l’accusa, da parte del pm Luella Santini, di “Illegittimità del permesso di costruire”, con gli altri inquilini costituiti parte civile.

La vicenda è illustrata sull’edizione online di Repubblica: nonostante l’ “ordine di immediata sospensione dei lavori emessa dal direttore dell’Unità organizzativa tecnica del II municipio di Roma, in data 20 maggio 2011”, scrive il pm nel capo d’imputazione, e il conseguente divieto di far abbattere la cabina sauna, smantellre la vecchia pavimentazione e demolire i tramezzi, Ferrero avrebbe continuato i lavori. Di conseguenza è arrivata la segnalazione sui presunti lavori illeciti alle autorità competenti inviata dall’amministratore del condominio.

Oggi siamo alle battute finali della vicenda: il 18 novembre si andrà a sentenza. Intanto il legale di Massimo Ferrero Vittorio Pisa non h alcun dubbio: «Ferrero non ha commesso nessun abuso edilizio. Confido che la prossima udienza possa chiarirsi la posizione del presidente Ferrero. In realtà lui si era limitato a eliminare le infiltrazioni di cui si lamentava il condominio. Ferrero ha provveduto alla rimozione di una sauna e al conseguente spostamento di un tramezzo interno, connesso all’intervento della sauna, ripristinando la situazione antecedente. Opere per le quali ritengo non fosse necessario alcun permesso». 

Attualmente l’appartamento si troverebbe sotto sequestro per volere della Procura della Repubblica di Roma, assieme ad alcuni conti correnti, per un valore complessivo di un milione e duecentomila euro. Come spiegato nell’edizione odierna del Corriere della Sera, per il primo la ragione è riconducibile alla situazione spiegata nelle righe precedenti. Per quanto invece riguarda i conti correnti, questo sarebbe relativo al presunto mancato pagamento di alcune imposte delle aziende cinematografiche.

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