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Il doppio ex Bonazzoli: «La Samp tirerà fuori gli artigli»

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Sono ventisette i gol segnati da Emiliano Bonazzoli nell’arco dei suoi quattro anni di avventura alla Sampdoria. Forse il più bel periodo della sua carriera, se non fosse stato per gli infortuni che hanno inciso parecchio sul rendimento. A Genova è rimasto fino al 2009, quando a gennaio la società decise di mandarlo in prestito alla Fiorentina, nell’affare che permise di arrivare a Giampaolo Pazzini.

Proprio grazie a questa breve esperienza in Toscana (solo metà stagione), Bonazzoli si può considerare uno dei doppi ex della prossima partita che andrà in scena il 3 aprile alla ripresa del campionato. L’attaccante, attualmente militante in Lega Pro nel Cittadella, ha commentato così la sfida del “Franchi” ai microfoni di firenzeviola.it: «Sarà un impegno non semplice, nonostante sulla carta non sembri. La Sampdoria è in basso, e cerca punti salvezza: nel finale di stagione chi gioca per salvarsi scende in campo con il coltello tra i denti, nonostante le difficoltà. Diciamo che la Samp è una tigre ferita che tirerà fuori gli artigli. La Fiorentina giocando in casa però potrà avere l’aiuto e la spinta del pubblico, e una vittoria sarebbe necessaria per non perdere il treno Champions League».

Emblema della crisi di risultati che da più di un mese tormenta i viola, è l’attaccante Nikola Kalinic, ma in generale tutto il reparto offensivo sembra non funzionare a dovere da un po’ di partite: «Kalinic quest’anno ha avuto un grande inizio di campionato, dove ha mostrato quelle che sono le sue qualità migliori. Adesso è in un periodo dove trova meno la rete, ma ci può stare che per un po’ le cose girino male: parlando da attaccante dico che è fondamentale che non si impunti sul trovare la rete, continuando a fornire il suo ottimo lavoro per la squadra».

«Su Babacar – prosegue – dico invece che non sta trovando continuità, ma quando ha giocato ha trovato la rete. Discorsi come “bisogna dargli tempo, è giovane” però sono deleteri, principalmente per lui: deve pensare e pensarsi come un calciatore professionista e affermato, e dare sempre il massimo nei minuti a lui concessi. Non si deve adagiare».

Seppur abbia trascorso solo sei mesi a Firenze, la città e l’ambiente gli sono rimasti nel cuore: «Sono stati sei mesi magnifici. Pur non giocando molto ho dato il mio contributo per il quarto posto. Ringrazio la Fiorentina perché con quella maglia ho ottenuto risultati che non avevo mai ottenuto, come arrivare al quarto posto in campionato, che valeva l’accesso ai preliminari di Champions. Giocare a Firenze – conclude – è una grande emozione».

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