2013

Il pagellone di SN24 – Marcelo Estigarribia

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«Mamma, guarda come faccio arrabbiare la Gradinata Sud»: parafrasando Oscar Carogna (famoso personaggio di Maccio Capatonda), questo deve essere stato il pensiero di Marcelo Estigarribia una volta arrivato a Genova. Non può essere altrimenti, se si dà un’occhiata alla stagione disputata dall’esterno sudamericano con la maglia blucerchiata; tuttavia, proviamo a riassumere con ordine. Estate 2012: Estigarribia giunge sotto la Lanterna dopo un’annata sufficiente con la Juventus. Nonostante la vittoria dello scudetto, i bianconeri non lo hanno confermato e così Sensibile affonda il colpo: 700mila euro per il prestito con diritto di riscatto a fine stagione. Qualche dubbio verte sulle presenze avute dal paraguaiano con Conte (appena 14) e sul costo dell’eventuale acquisto (cinque milioni di euro), ma i tifosi blucerchiati sembrano comunque entusiasti.

Il sogno è quello di vedere l’ex Juve bruciare la fascia sinistra a ripetizione, ma ci sarà un brusco risveglio per molti supporters del Doria. Per lui, Ferrara pensa al ruolo di esterno nel tridente offensivo del suo 4-3-3; purtroppo, il paraguaiano non sembra avere la capacità di puntare bene l’avversario. Tatticamente è disciplinato, ma non trova lo spunto per coinvolgere il tifoso medio e le sue giornate di grazia si contano sulle dita di una mano. Prestazione col Siena a parte, nella prima parte di campionato non convince e neanche il gol a Pescara sembra rivalutarlo agli occhi dei tifosi. Quando poi, nelle trasferte di Verona e Parma, viene utilizzato come terzino sinistro, si ha la sensazione di averle provate tutte. Da quel momento, l’esterno imbrocca una serie negativa di prestazioni, sembra vicina la sua sostituzione e l’esonero di Ferrara potrebbe aiutare.

Tuttavia, Delio Rossi pensa un nuovo ruolo per lui: nel 3-5-2, il paraguaiano farà l’esterno di fascia a tutto campo. La nuova collocazione restituisce una parziale dignità al sudamericano, che segna contro la Roma al “Ferraris” e fornisce prestazioni sufficienti nel periodo di grazia del Doria da gennaio a marzo. Nonostante questo, Estigarribia trova anche il tempo di mostrare alcune delle sue peggiori partite in maglia blucerchiata a Siena e a Torino. Insomma, il suo contributo discontinuo ed inefficace fa chiedere a molti perché un nazionale danese come Simon Poulsen debba sedersi un panchina. La sua prova contro la Juve – forse l’ultima in maglia Samp – mostra le due facce di un giocatore incompleto: inguardabile nel primo tempo, prezioso seppur minimalista nella ripresa, con un assist su corner ed un altro su contropiede.

Insomma, la salvezza è arrivata, ma dell’utilità del paraguaiano all’interno dello scacchiere blucerchiato non c’è traccia alcuna. Tutto ciò nonostante Estigarribia sia quinto nel computo dei minuti passati in campo tra i giocatori della Samp, mentre l’esterno è addirittura primo per presenze in stagione (34, come Obiang). Vi sono molti motivi per cui la stagione del mancino è insufficiente: perché è un nazionale (giocò anche la Coppa America prima di arrivare in Italia). Perché aveva già alle spalle un anno di Serie A. Infine, perché è stato provato in tutti i ruoli: terzino ed ala sinistra nel 4-3-3 di Ferrara, esterno sinistro nel 3-5-2 di Delio Rossi.

Personalmente gli conferirei un voto corrispondente al 4,5, perché su di lui erano stato riposte molte aspettative: eppure, pochi giocatori della Samp come lui sono riusciti a fare arrabbiare i tifosi durante questa stagione. Insomma, ciao “El Chelo”: non ci mancherai.

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