La Sampdoria, Zenga e le chiamate dal Benfica: Pereira non ha segreti
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La Sampdoria, Zenga e le chiamate dal Benfica: Pereira si tuffa nel passato

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L’ex blucerchiato Pereira fa un tuffo nel passato: dal sì alla Sampdoria a Zenga alle chiamate del Benfica

A 17 anni, Pedro Pereira collezionava già la sua prima presenza in Serie A. Il trasferimento dal Benfica alla Sampdoria, nell’estate del 2015, fu una benedizione per il terzino portoghese: «A fine stagione c’è stata quell’opportunità. Confesso che ho esitato, perché il mio secondo anno di giovanili era andato molto bene e il Benfica mi aveva integrato nella squadra B. Ero soddisfatto lì – ricorda ai taccuini di maisfutebol.pt – ma la Sampdoria mi aveva assicurato che avrei fatto il precampionato con la prima squadra e che, se all’allenatore fossi piaciuto, avrei potuto ritagliarmi un posto».

E a Walter Zenga è piaciuto da subito: «Il precampionato è andato alla grande, mi sono adattato rapidamente e a settembre, alla terza giornata, ho debuttato in Serie A. Zenga è una persona pura, con un cuore enorme. Gli sono molto grato, ha creduto in me fin dal primo giorno. Mi ha chiesto di giocare senza paura e mi ha sempre dato supporto emotivo. Non è facile incontrare un allenatore che scommette su un diciassettenne». Dal momento in cui ha cominciato a collezionare presenze con la maglia blucerchiata, il classe ’98 ha ricevuto parecchie attenzioni dal Portogallo: «Sì, l’ho capito subito. Persino i miei ex compagni del Benfica mi chiamavano e mi chiedevano come poter giocare nella Sampdoria. Avevano capito che non era necessario avere 22-23 anni per avere un’opportunità».

Un’ascesa così veloce, però, può farti montare la testa: «Sono stato fortunato ad avere la compagnia di mio padre. La routine era la stessa di Seixal, la dimensione era diversa ovviamente. Arrivando a casa, accendendo la televisione, guardavo la mia faccia e sentivo la gente che parlava del “ragazzo di 17 anni”. Beh, certo che ha inciso. A quel tempo, io e Donnarumma eravamo i migliori giovani del campionato italiano. Ho cercato di non perdere mai la concentrazione». Pereira si è trovato bene a Genova, città che ha potuto rivivere anche la scorsa stagione, dato il trasferimento al Genoa: «È una città molto bella, sul mare. Il centro sportivo aveva una bella vista mare, così come casa mia. È stato un periodo molto bello, e poi ho giocato nel mitico stadio “Ferraris”», ha concluso il difensore, ora al Bristol.

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