Liberi di tifare: gli UTC raccontano gli strumenti di tifo
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Liberi di tifare: gli UTC raccontano gli strumenti di tifo

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Martedì 5 giugno si terrà a Villa Croce una conferenza organizzata dagli Ultras Tito Cucchiaroni per chiedere la liberalizzazione degli strumenti di tifo

Martedì 5 giugno alle ore 18 presso la sala stampa di Villa Croce, a Genova, si terrà l’incontro aperto al pubblico “Liberi di tifare: un ulteriore passo per ripopolare gli stadi italiani”. La conferenza, organizzata dagli Ultras Tito Cucchiaroni, sarà moderata dal volto di Striscia la notizia Cristiano Militello e affronterà il tema degli strumenti di tifo utilizzati nel passato e vietati nel presente. L’obiettivo è quello di unire le forze tra tifosi, società e istituzioni per ripopolare, per l’appunto, gli stadi italiani. Di seguito, il comunicato ufficiale: «La Serie A era famosa in tutto il mondo non solo per i campioni in campo, bensì anche per lo spettacolo che andava in scena ogni domenica nelle curve. Il tifo era uno dei prodotti Made in Italy più proficui per l’economia del paese. Oggi questo prodotto ha perso il suo valore, svuotato del suo fascino, in balia di procuratori, televisioni e burocrazia. E i tifosi che fine hanno fatto? Il 4 agosto del 2017 è stato fatto un primo importante passo avanti riaprendo le trasferte a tutti, senza restrizioni, cancellando una procedura che si è rivelata inadatta e obsoleta: la tessera del tifoso. Questo incontro vuole proporre una tavola rotonda fatta di tifosi, politici, giornalisti e società per promuovere un altro importante passo e rilanciare ulteriormente la voglia di stadio: la liberalizzazione degli strumenti di tifo».

«Ad oggi per portare all’interno degli stadi italiani striscioni, tamburi o materiali utili per una coreografia bisogna seguire un iter burocratico macchinoso che vede nei controlli all’ingresso solo l’ultima prova da superare. Siamo convinti che tornando a colorare gli stadi, a sentire il suono dei tamburi, si possa dare uno stimolo fondamentale per restituire la voglia di assistere allo spettacolo del calcio dal vivo, uno show imparagonabile a qualsiasi trasmissione HD delle tv a pagamento. Negli ultimi anni coloro che si stanno allontanando dagli stadi italiani non sono gli ultras, bensì la gente comune: il pubblico rinuncia allo stadio e sta iniziando ad allontanarsi anche dal calcio in televisione. Questa volta i colori non centrano, le voci di tutti i tifosi e delle società devono risuonare all’unisono per lanciare un messaggio forte a mass media e istituzioni: gli strumenti di tifo non sono “potenziali armi” bensì una risorsa per abbellire e rendere più affascinanti le strutture ormai obsolete del calcio italiano. Non vogliamo impunità, non chiediamo l’abolizione dei controlli, chiediamo solo di non dover entrare ogni domenica nella casa del Grande Fratello di Orwell. Per raggiungere questo obiettivo serve una presa di coscienza del sistema, una discussione costruttiva dove mettere da parte pregiudizi e schieramenti».

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