L'eredità di Vialli in un libro, Ponti: «Ci ha insegnato la vita»
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L’eredità di Vialli in un libro, Ponti: «Ci ha insegnato la vita»

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Marco Ponti, già regista de La Bella Stagione, esce con un libro che ha raccolto i pensieri di Luca Vialli durante la realizzazione del film

Il 6 gennaio 2024 sarà un anno dalla scomparsa di Luca Vialli. Le occasioni per ricordarlo saranno innumerevoli a partire dalla Ballata per Vialli, in programma al Carlo Felice di Genova, e dall’uscita, in libreria, dell’ultimo regalo dell’ex bomber della Sampdoria. Il libro “Le cose importanti”, edito da Mondadori, curato dal regista Marco Ponti e dallo scrittore Pierdomenico Baccalario, è un testamento spirituale di Vialli. Le parole di Ponti a Il Secolo XIX.

PENSIERO«Luca ci ha lasciato il suo pensiero finale. È un libro che ispira tutti noi nel come affrontare la vita, anche quando colpisce duro. È in lavorazione pure un podcast, con la sua voce. E anche stavolta c’è un fine benefico: i proventi andranno alla Fondazione Vialli e Mauro».

COME NASCE IL LIBRO«Eravamo a casa di VIalli, a Londra, per l’intervista da usare ne “La Bella Stagione”. E lui: “Avete tempo?”. “Certo”. “Bene vorrei dire cose non legate al film ma vorrei che rimanessero: per me sono importanti, vorrei affidarle a voi”. Mi sono emozionato, ho sentito fiducia e responsabilità. Quando Luca ci ha lasciato, ho riguardato il materiale, 6 ore con la sua voce, ho capito che non poteva restare nel cassetto. Ho chiesto il permesso ai produttori, Rai Cinema e Groenlandia, e alla famiglia di Luca: Mondadori ha colto l’idea e con Baccalario abbiamo aperto la scatola virtuale di racconti. Il titolo l’aveva già suggerito Luca. E ci ha aiutato Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, colpito dal magnetismo di Luca: venuto a Londra per un saluto rimase due giorni, non riusciva ad andare via. Oltre alla sua amicizia, Vialli ci ha lasciato questo dono di parole».

EREDITA’ «Due cose su tutte. Una è il concetto di talento, a volte usato come scusa. Ho talento, mi alleno meno. O non credo di averlo e non faccio nulla. Luca ribalta il luogo comune: il talento non è all’inizio, ma un premio che arriva alla fine percorso, dopo che mi sono impegnato più di tutti. La fatica illumina il talento, se ce l’ho faccio di più non di meno. Lezione di vita che ho attuato in tutto, non solo nel calcio. Pure nel film. Voleva capire tutto, sembrava avesse fatto sempre cinema».

AMICIZIA«Il suo concetto di amicizia: ha capito presto che un gruppo di amici e fratelli è più forte di uno di colleghi. L’amicizia come valore su cui costruire la squadra, più forte del tempo, dei disincanti, delle liti. Ancora oggi in quella Sampdoria si vogliono bene tutti. E a rendere ancora più potente il messaggio, c’è la postfazione di Mancini, una lettera a Luca, non sulla mancanza nella sua vita ma sulla presenza: me l’ha mandata dall’Arabia, arrivato a metà ho pianto, non di dolore ma di rispetto per come raccontava bene il dispiacere di non avere Luca fisicamente ma la gioia di averlo sempre nel pensiero, il privilegio di contare su un amico del genere».

SAMPDORIA PER VIALLI «Diceva “Se qualcuno vuole sapere cosa è la Samp deve scovare frammenti di video su Youtube. No, dobbiamo costruire un mito solido, tutti quelli che vedranno il film sapranno di cosa stiamo parlando”. Sarebbe bello raccontare così le magie di ogni squadra italiana. E credo che la dirigenza blucerchiata abbia ben chiaro che lo spirito da seguire è quello indicato da Vialli».

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