Malagrida: «Che emozione l'esordio con la Sampdoria. Futuro? Voglio restare»
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Malagrida: «Che emozione l’esordio con la Sampdoria. Futuro? Voglio restare»

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Lorenzo Malagrida, attaccante della Sampdoria, ha ripercorso le tappe della sua avventura in blucerchiato: le dichiarazioni

Lorenzo Malagrida, attaccante della Sampdoria, ha ripercorso le tappe che lo hanno portato all’esordio in Serie A, per poi parlare anche degli obiettivi futuri. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di Numero Diez.

INIZIO – «Mi sono avvicinato al calcio grazie a mio padre, che mi ha sempre aiutato con gli allenamenti e dato consigli. Poi è anche una cosa di famiglia, la viviamo a 360 gradi. Mio zio, Antonio Manicone, è stato calciatore in Serie A e vice-allenatore. È una cosa che penso abbiamo nel sangue, in pratica».

SACRIFICI – «Quando inizi a giocare a calcio sai già che dovrai rinunciare a qualcosa, come feste e amici. Devi saper conciliare bene anche studio e allenamenti, ma se hai un obiettivo ben preciso sai iòà che lo fai per quello. Per i primi anni della mia carriera io ho fatto avanti e indietro con il pullman per venirmi ad allenare qui a Genova e poi ho avuto la fortuna di avere il convitto. Dall’U17 ho iniziato a vivere qui e le cose si sono stabilizzate. Ma prima di allora ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre supportato e aiutato a gestire bene il mio tempo».

TUFANO – «È una persona che ti forma, ti prepara al passaggio al calcio degli adulti. Richiede tanto ma ti dà anche tanto quindi è stato un punto di riferimento importante per la nostra crescita».

IDOLO – «Essendo un giocatore rapido e di bassa statura mi sono sempre ispirato a Messi, ma è un paragone veramente troppo enorme. Poi penso che sia stato l’idolo della maggior parte dei bambini alla mia età. Per me è il prototipo di giocatore ideale, l’ho sempre guardato con immensa ammirazione».

ESORDIO – «Fa un effetto strano. Passi da vedere giocatori in tv a entrare in campo e farci contrasti, dribbling, sul momento non te ne accorgi. Poi il giorno dopo, quando ti svegli, ti rendi conto di aver esaudito uno dei tuoi sogni e aver provato un’emozione molto forte. Il gol annullato a Bergamo? È stato tutto così veloce che non me ne sono neanche accorto. Quando l’arbitro ha fischiato ho pensato “noo..”, segnare un gol all’esordio avrebbe reso quasi perfetto quel giorno».

STANKOVIC – «Io lo ringrazierò sempre, mi ha dato molta fiducia. È una garnde persona, un grande uomo, è stato un grandissimo calciatore. Penso che ci abbia dato molto, soprattutto dal punto di vista umano. Speriamo di aver restituito indietro la fiducia che ci ha dato».

PUNTO DI RIFERIMENTO – «Quagliarella e gli altri sono dei punti di riferimento, da cui possiamo imparare ascoltando quello che ci dicono o anche solo guardandoli».

FUTURO – «Siamo qui da tanti anni, ormai la viviamo come una famiglia. Abbiamo vissuto tutte le età, tutte le leve, sarebbe veramente un piacere restare qua a Genova con questa maglia».

CONSIGLIO – «Si, mi è capitato. Può succedere che ti infortuni, può arrivare il periodo in cui non giochi e non riesci a esprimerti. Io ho avuto un brutto infortunio al ginocchio dopo il COVID  ed è stato un momento difficile. Pensi “chi me lo fa fare?” in quel momento, ma lavorando e con un po’ di fortuna prima o poi un obiettivo lo raggiungi. L’importante è anche avere qualcuno vicino accanto che ti supporti, come la famiglia o un membro dello staff. Da solo è difficile, ma con qualcuno al proprio fianco diventa più semplice».

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