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Mancini e il suo staff: gli ex blucerchiati che hanno fatto la differenza

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Chi l’avrebbe mai detto che l’Italia potesse vincere questi campionati Europei? Anche i tifosi più incalliti avevano più di qualche dubbio prima del calcio d’inizio della prima gara contro la Turchia, ma dopo la fase a gironi, come è stato ben messo in evidenza sul blog sportivo L’insider, da parte di due grandi ex della Nazionale come Claudio Gentile e Fulvio Collovati, è tutto cambiato. Un successo merito anche del grande staff che Roberto Mancini ha saputo comporre insieme alla Federazione.

Vialli? Non è solamente un capo delegazione

Li chiamavano i gemelli del gol e la loro amicizia è emersa in maniera anche commovente in più di un’occasione durante e alla fine di ogni partita nel cammino che ha visto l’Italia diventare campione d’Europa.

In fondo, Vialli si è trasformato in qualcosa di più addirittura di un fratello maggiore per il gruppo azzurro, anzi forse ne è diventato la coscienza. È lui la persone che fa da accoglienza per i nuovi talenti giovani che vengono convocati per le prime volte, è lui che dà una mano, forte dell’esperienza e delle vittorie che sono state ottenute da giocatore, ai giocatori nell’affrontare sopratutto emotivamente e psicologicamente la tensione del match, supportando chi magari si è trovato a passare più tempo in panchina e non ha avuto molto spazio per mettersi in evidenza in campo. Prima Verratti e poi Ciro Immobile, dalle cure di Gianluca Vialli sono passati in un po’ tutti.

Oriali e Mancini

La Federazione, è quello che si augurano tutti, dovrà provvedere alla conferma anche del team manager Lele Oriali, un’altra figura fondamentale per gli equilibri della Nazionale, il consigliere che è rimasto nell’ombra, ma che è riuscito a fornire i suggerimenti più preziosi e decisivi nel momento del bisogno.

Oriali è una di quelle persone e figure a cui gli allenatori non sanno e non possono rinunciare. Molto meno appariscente di tanti altri, Oriali ha conquistato la fiducia e la stima di tanti allenatori, da Mourinho a Conte, passando ovviamente per Roberto Mancini. Dovrebbe restare in azzurro, sempre che non arrivi una chiamata dall’Inter, suo primo grande amore.

Chicco Evani, altro sampdoriano doc

Il vice allenatore della Nazionale è Chicco Evani, un’altra figura stimata dai giocatori, protagonista di una vita con la maglia del Milan, ma che difficilmente finiva in prima pagina. All’inizio, il primo assistente nello staff del Mancio era nelle mani di Gregucci, che ha poi scelto di proseguire il percorso da primo allenatore in solitaria.

Evani corrisponde a una vera e propria intuizione della Federazione, avuta già durante la gestione Ventura, dopo che l’ex giocatore del Milan aveva guidato gli azzurri della Nazionale U20 a conquistare il gradino più basso del podio durante l’edizione 2017 dei Mondiali per quella categoria d’età. E, per chi ha una buona memoria, è stato proprio Evani a prendere il posto di Mancini nel momento in cui quest’ultimo è stato assente per Covid, saltando qualche partita.

Attilio Lombardo e Fausto Salsano

Per tutti denominato “Popeye”, in realtà anche il buon Attilio Lombardo è stato una delle grandi scoperte della Sampdoria degli anni d’oro. Dotato di grande esperienza e competenza, non ha mancato di dispensare il suo entusiasmo e i suoi consigli ai giocatori, con questi ultimi che gli hanno dimostrato più di una volta un notevole apprezzamento.

Esattamente come è avvento con Fausto Salsano, un altro assistente allenatore nello staff di Roberto Mancini. Anche il buon Fausto ha giocato con la maglia blucerchiata, ben 11 anni, anche se nell’anno della conquista dello scudetto, si era trasferito a Roma, sponda giallorossa. Salsano, però, è uno degli uomini di fiducia di Mancini, tanto che l’ha voluto praticamente in ogni sua esperienza, dall’Inter in avanti.

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