Mancini: «Scudetto Sampdoria? La vittoria a Napoli fu determinante»
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Mancini: «Scudetto Sampdoria? La vittoria a Napoli fu determinante»

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Roberto Mancini, ct dell’Italia, ha parlato a Il Mattino ricordando Diego Armando Maradona e le sue sfide in campo. Le sue parole

Roberto Mancini, ct dell’Italia, ha parlato a Il Mattino ricordando Diego Armando Maradona e della vittoria al San Paolo della Sampdoria. Le sue parole.

ANNUNCIO DEL NAPOLI – «Ricordo benissimo il giorno dell’annuncio. Ci sembrava fosse impossibile. Io giocavo nella Sampdoria e con tutti i compagni di squadra accogliemmo la notizia con grande esaltazione. Il suo arrivo rappresentava un sintomo positivo per tutto il campionato».

SFIDE – «Ho avuto la fortuna di giocarci contro per tanti anni. E, ad oggi, posso dire che si tratta della più grande che potessi avere. E parlo non solo per me, ma so di poter parlare anche per tutti quelli che hanno condiviso quegli anni indimenticabili in campo e fuori. Perché anche la gente sullo stadio era giustamente pazza di lui».

VITTORIA AL SAN PAOLO DELLA SAMP – «Era il 18 novembre, quindi il campionato non era iniziato da moltissimo. Però vincere a Napoli, in casa di Maradona e dei campioni in carica fu fondamentale. Ma non è tutto. Fu una partita aperta a qualunque risultato. Lui giocò benissimo, ma il destino volle che andasse in un altro modo. Noi facemmo quattro gol, di cui uno davvero meraviglioso: alla Maradona, direi. Vincere a Napoli non era mai facile in quegli anni e quel successo diventò un passaporto per noi per vincere lo scudetto. Resta una data memorabile per noi».

NUMERO 10 – «Indossare quella maglia in quel periodo, quando giocava lui, era una cosa speciale perché per tutti noi che avevamo un po’ di quelle sue caratteristiche tattiche e tecniche, Diego rappresentava un punto di riferimento importante».

MARCARE MARADONA – «La stima per uno come lui era naturale. Innanzitutto perché tutti ne avevano un grande timore reverenziale. Ma dico sempre che la sfortuna dei grandi giocatori di quell’epoca è che non c’erano le regole di oggi. Altrimenti uno come Maradona avrebbe fatto almeno 1000 gol. Non c’era il Var, gli arbitri non tutelavano i giocatori. I più tecnici come noi venivano massacrati puntualmente».

NOTIZIA DELLA MORTE – «Stavo entrando allo stadio per vedere Bologna-Spezia. Non ci potevo credere, speravo fosse una fake news».

RACCONTARE MARADONA – «E come si fa? A parole sarebbe impossibile. Maradona non si può raccontare, si doveva vivere».

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