Amoruso: «Ecco com'è stato il mio periodo alla Sampdoria» - Samp News 24
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Amoruso: «Ecco com’è stato il mio periodo alla Sampdoria»

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Nicola Amoruso, ex giocatore di Sampdoria e Juventus, ha parlato del suo periodo vissuto da blucerchiato

Oggi Nicola Amoruso ha rilasciato una lunga intervista per Fanpage sui ricordi della sua vita da calciatore e non solo. L’ex giocatore di Sampdoria e Juventus ha parlato del suo periodo vissuto da giocatore blucerchiato. Le sue parole:

SAMPDORIA – «Un periodo bellissimo, perché lì ho fatto tutto il settore giovanile e sono cresciuto nella società di Mantovani che aveva vinto lo Scudetto. L’anno dopo ho esordito in campionato e ho fatto anche gol in Coppa Italia, che quell’anno vincemmo. Io durante il mio percorso avevo il sogno di tornare alla Samp ma non è mai successo: ci sono andato vicino una volta, quando Mazzarri andò a Genova dopo la Reggina ma alla fine non se ne fece nulla. Era un desiderio che non si è mai realizzato quello di tornare a Genova ma chi mi è vicino lo ha sempre saputo. È lì che ho iniziato a sognare e mi sarebbe piaciuto».

L’ADDIO – «Io ero stato in prestito alla Fidelis Andria e speravo di restare a Genova ma quando tornai dal prestito mi ritrovai venduto al Padova. Grazie al mio rendimento arrivarono subito offerte importanti ma scelsi i bianconeri perché ho sempre tifato per la Juve e non era importante se era la società che mi offriva meno. Fu una scelta condivisa con la mia famiglia e fu una grande emozione. Quelli alla Juve furono anni indimenticabili e molti non se lo ricordano ma io e Vieri, l’anno che perdemmo la finale col Borussia, chiudemmo la Champions da capocannonieri con 7 gol. Peccato per quella finale. Quando diventai titolare, togliendo il posto ad Inzaghi, mi infortunai e il recupero si allungò moltissimo».

MAI IN NAZIONALE – «Solo U 21? Sì, corretto. Fu una bellissima esperienza. Eravamo molto forti ma nella finale contro la Spagna l’arbitro mi scambiò per Nesta e mi cacciò per un fallo a centrocampo che io non avevo mai fatto»

GLI ATTACCANTI – «Adesso gli attaccanti sono avvantaggiati anche dalla tecnologia. Prima ti trattenevano anche in maniera vistosa e a volte non chiamavano nulla. Ora la vita dell’attaccante è più semplice rispetto qualche anno fa. Ai miei tempi c’erano calciatori di grandissima qualità anche nelle squadre medio-piccole e fare risultato non era semplice su quei campi. Ora mi sembra molto più facile perché il divario con le big è troppo ampio».

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