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Sampdoria, Nicolini: «Il risultato è figlio della pancia piena»

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Nicolini, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto dopo la sconfitta per 3-1 contro il Brescia: le parole

Enrico Nicolini, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sulla situazione dei blucerchiati al termine del match contro il Brescia. Le parole a Telenord.

ATTEGGIAMENTO«Sposo in pieno quanto detto da Andrea Pirlo, mi auguro che lo abbia detto anche negli spogliatoi con un tono anche diverso. La squadra non è scesa in campo. A livello individuale è una squadra modesta, se prendiamo i singoli sono pochi quelli che giocherebbero oggi in una squadra di vertice. Se giocano da squadra, come le ultime gare, può fare risultato contro chiunque. Nel momento in cui ti viene a mancare l’animus pugnandi, la squadra diventa modestissima. Non si può fare leva su due o quattro giocatori e basta. Non essendoci giocatori eccelsi, a parte due o tre eccezioni, bisogna giocare da squadra. Sono sempre stato uno tra quelli scettici in ottica Serie A. Oggi la Sampdoria è scesa in campo con la pancia piena. Questo succede a giocatori normali: dopo due o tre partite vinte, ci dai di mollo».

ATTACCO E DIFESA«Il capocannoniere è Pedrola con tre gol, non conto i rigori di Borini. Ma la difesa? Il Modena è sesto in classifica con un gol segnato meno di noi. Forse bisogna iniziare a non prendere gol. I numeri sono inconfutabili. Non prendi gol e  magari vinci capitalizzando al meglio. Questa è una squadra, che se escludiamo questo breve periodo, ha sempre preso gol. Questo discorso vale perché facendo pochi gol, devi cercare di sopperire in altri modi. La Sampdoria ha fatto un percorso al 70% male e al 30% bene».

TESTA«Ripetiamo il discorso della pancia piena. I giocatori importanti giocano nelle grandi squadre non solo perché sono più bravi, ma perché sono dei martelli. Io da allenatore ho paura non di chi ha vinto, ma di chi ha vinto. Quando un giocatore perde non vede l’ora di tornare in campo, per senso di rivalsa. Sono cose che si sanno, che succedono. Quando vincevo le partite, avendo la testa, arrivavo lo stesso affamato in campo, ma non sono tutti così. Probabilmente abbiamo fatto una settimana all’acqua di rose… Facciamo finta che le vittorie siano state un caso, se no non se ne esce più».

MAZZONE«Mazzone era uno di quelli che preveniva, che ti alzava la temperatura. Era uno che creava la condizione affinché ci fosse la tensione. Novellino ha imparato da Mazzone. L’allenatore ha il suo modo per tenere alta la tensione, personalmente ti faccio tornare a piedi dopo una sconfitta in questa maniera».

SQUADRA«Se oggi si fa male Vieira, chi entra? Askildsen? Girelli? Panada? Non c’è una riserva. È questo il vero problema della squadra. In mezzo al campo ne hai forse quattro presunti titolari. Sarei già felice se Pedrola e Benedetti potessero fare qualche minuto. Delle Monache ci auguriamo che sia una promessa, ma non è detto che se fai bene in Serie C devi fare bene anche in B. Ricci è subentrato in una partita che non sapeva più di niente, quindi si è adeguato. Ma se io fossi in lui, vedessi che ho davanti Yepes, un ragazzino, con tutto il rispetto, mi arrabbierei. Un minimo di amor proprio dovrebbe avercelo, considerando che Yepes è un giocatore normale. Dovrebbe essere avvelenato con se stesso, con l’allenatore per fargli vedere qualcosa. Se non hai questo spirito, non vai da nessuna parte. Io spero che Panada e Girelli siano grandi giocatori, ma Ricci è arrivato anche in Nazionale. È di livello per la Serie B ed è fuori per scelta tecnica? Ma non esiste».

PROBLEMI«Il problema vero sarà l’anno prossimo, quando dovrai ripartire da zero. Quest’anno è un anno di transizione per la società, è vero. Ma la squadra? Forse bisognava buttare dentro una intelaiatura più concreta. L’anno prossima riparti quasi da zero. Quelli che oggi non sono in prestito, sono quelli che usi di meno: Ricci… Conti…».

DE LUCA «Se uno non fa gol, puoi fare anche zero a zero. Io ho parlato della funzionalità e della complementarità. Se giocasse nel Cittadella o del Cosenza, sarebbe il centravanti del Cosenza e del Cittadella. E’ un giocatore modesto, ma siccome io sono per la complementarità dei reparti. De Luca in una squadra com’è fatta la Sampdoria può dare il suo apporto non in termini di gol, ma in termini di gioco».

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