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Pagellone 2016/17 – Lucas Torreira: un Maestro al lavoro

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All’annata da rookie in Serie A, Lucas Torreira ha mostrato al mondo ciò che sa fare e quanto possa ancora migliorare: il pagellone del suo 2016-17

Non è raro trovare su Internet e soprattutto su YouTube dei video che parlino di alcuni giocatori nel ruolo di regista e vederci abbinata la parola “Maestro”. Per quei centrocampisti creativi, l’idea di direzione, di supervisione e guida della squadra è quasi automatica. Da Xavi a Pirlo, da Xabi Alonso a Verratti, passando però anche per centrocampisti non da vertice basso – come Iniesta, Fabregas e Silva (tutti spagnoli: sarà un caso?) -, l’epiteto supremo rimane. A volte si usa a sproposito anche per giocatori che magari hanno fatto una stagione buona o che sono agli esordi: se Lucas Torreira dovesse trovarsi accostato a quel termine, non dovremo stupirci. Forse è esagerazione… o forse no, vista la stagione d’esordio che ha vissuto con la maglia della Sampdoria.

MAGIA AL LAVORO – Credo che il miglior riassunto testuale dell’annata di Torreira sia nelle parole di Luis Muriel durante Sampdoria-Fiorentina, quando questo tweet avrebbe dovuto rompere l’Internet italiano per quello che l’uruguayano stava mostrando in quel momento. In effetti, sono due le cose che colpiscono immediatamente nel 2016-17 di Torreira. Primo: la sua media-voto, un 6,31 con il quale ha nettamente distanziato i compagni di squadra per rendimento sul campo. Secondo: secondo le pagelle redatte da SampNews24 durante questa lunga annata, l’urugayano non è mai sceso sotto il 5,5 ed è sceso sotto la sufficienza solo in cinque delle 36 partite disputate tra Serie A e Coppa Italia in questa stagione. Alla prima nel nostro massimo campionato, l’ex prodigio del Pescara – opzionato dalla Sampdoria con largo anticipo e plasmato da Massimo Oddo come regista, dopo un passato da trequartista – ha fatto vedere che ha tutto per poter sfondare nel calcio che conta. Specie in quello odierno, dove le figure dei registi tradizionali dalla lunga gittata – Pirlo, Xabi Alonso – stanno sparendo per far spazio a un nuovo tipo di metronomo, più formato dal punto di vista difensivo e più incline a giocare la palla corta, a due tocchi. Gli esempi di Jorginho, Diawara, Weigl dovrebbero dire qualcosa sul tipo di direzione che il calcio sta prendendo.

IL FUTURO – Normale che questo tipo di prestazioni – sugli scudi quelle contro il Torino a Genova e contro l’Inter a Milano – abbia attirato molto interesse. A mio modo di vedere, le squadre italiane non stanno capendo le potenzialità immense di questo ragazzo. Vediamo operazioni folli e Torreira invece viene valutato 15 milioni: pochi, specie per un classe ’96. Al di là che rimanga o meno la prossima stagione, Torreira farà strada, perché è un giocatore già formato, ben identificato nel suo ruolo e soprattutto con una malizia spietata, che l’ha reso capace di farsi largo in A già questa stagione. Anzi, vado oltre: Torreira è l’unico giocatore che la Sampdoria non potrebbe permettersi di perdere, perché l’impianto tecnico-tattico di Giampaolo si regge sul coraggio di aver lanciato questo ragazzino nel mondo che conta. Un ragazzino, però, che pesa più di Muriel, più di Schick, più di Silvestre, più di Viviano sugli equilibri di questa squadra. Se partisse, sarebbe nella normalità delle cose; l’importante è che la Sampdoria sia consapevole di quale gemma ha tra le mani.

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