Palombo: «L'unico limite della Samp? Noi stessi. A Firenze sono stato bene» - Samp News 24
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2015

Palombo: «L’unico limite della Samp? Noi stessi. A Firenze sono stato bene»

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Nella sua lunga carriera, Angelo Palombo ha vestito al 90% i colori blucerchiati. Dal 2002 è al servizio della Samp, ma qualche partita da ex spetta anche a lui. Nella attuale Serie A, il capitano del Doria ha solo due “passati” da affrontare: quello fugace da interista (sei mesi nel 2011-12, in prestito) e quello più importante della Fiorentina. In viola Palombo è stato tre anni, di cui uno in prima squadra. Nel 2001-02 ha avuto anche modo di giocare dieci gare con la Fiorentina. E domani torna sul luogo del misfatto, quel “Franchi” che è stato casa sua prima del “Ferraris”.

PASSATO VIOLA – La storia si concluse con il fallimento del club toscano nel 2002, molto simile a quanto sta accadendo oggi a Parma: «Dagli errori si dovrebbe imparare e a me sembra che non si voglia farlo. Molte analogie, stesso dramma. Penso ai dipendenti che devono mantenere le famiglie, ma anche ai calciatori, perché tanti mesi senza stipendio non sono piacevoli. Per noi fu una lenta agonia». Eppure i viola hanno provato più volte a riportare Palombo a Firenze: «Vero, ma mi restno i ricordi di quegli anni. Inizia con la Primavera, era la prima esperienza in un grande club. Mi ruppi il ginocchio con l’U-20 e al rientro ripartì dalla prima squadra. Ci sono molte analogie con la Samp d’oggi: Firenze è una città a misura d’uomo, come Genova».

SAMP E MONTELLA – La storia l’ha portato alla Samp in quell’estate, con la firma all’aeroporto di Malpensa da parte di Beppe Marotta: «Avevo ricevuto offerte anche da club di Serie A, ma la Samp mi sembrò l’ideale, anche in ottica futura. Una società seria, un progetto all’altezza, una proprietà “stra-seria”». E domani affronta l’ex compagno di squadra Montella, che è tornato per un secondo stint alla Samp nel 2007-08: «Mi viene da sorridere pensando a Vincenzo allenatore. Era stato mio compagno in blucerchiato. Ogni tanto scherziamo su quell’anno: avevamo un ottimo rapporto, mi fa piacere che sia diventato un bravo allenatore. La Fiorentina ha un grande organico, che coniuga fisicità e tecnica. Ma la storia di Montella parla chiaro: un ragazzo serio e con una volontà di ferro».

RISARCIMENTO EUROPEO – Ci si chiede se la stagione pazzesca della Samp possa esser un parziale risarcimento per la retrocessione di quattro anni fa: «Prima raggiungiamo l’Europa – più o meno nobile non importa – e poi venga a rifarmi la domanda. Sarebbe una soddisfazione immensa, ma dietro la concorrenza è agguerrita, può succedere di tutto. Abbiamo un solo modo per farcela: spingere sempre al massimo. Le dico questo: l’unico limite della Samp siamo noi stessi. A volte ci siamo complicati un po’ la vita, in altre siamo calati, ma può succedere se affronti una squadra in quel momento al top. Dobbiamo essere dei martelli. Attenti, concentrati, uniti, solidali. Una cosa è certa: nella partita secca, possiamo giocarcela con chiunque».

PESCE D’APRILE – Chissà se a inizio stagione Palombo avrebbe scommesso di esser quarto a Pasqua con la sua Samp: «Sembra un pesce d’aprile la Samp lassù, vero? Se mi avesse fatto una domanda simile ad agosto, avrei risposto di no. Ma attenzione, non per mancanza di fiducia nel gruppo, ma perché c’erano tante squadre più attrezzate – risponde il capitano blucerchiato a “La Gazzetta dello Sport” -. Però il calcio è bello proprio per questo: si può sfatare qualunque tabù. E poi a gennaio ci siamo rinforzati, il mister ora ha più alternative».

CASSANO – C’è anche un altro ex blucerchiato che forse segretamente tifa per la Samp in Europa: Antonio Cassano. Per ora è fuori dai giochi e sogna un futuro da direttore tecnico: «Antonio che smette? Non ci crede nessuno, tantomeno lui. Troppo innamorato del calcio per dire basta. E poi, se continuo a giocare io, pensa che non possa farlo lui, con la sua classe, solo perché s’è fermato a metà stagione? Non è ancora il giorno dell’ultima recita di Fantantonio».

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