Flachi: «Giampaolo è la scelta migliore. Impariamo da Quagliarella»
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Flachi: «Giampaolo è la scelta migliore. Impariamo da Quagliarella»

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Flachi ha fatto il punto sulla salvezza della Sampdoria, sul suo passato e sul libro che ha scritto: le sue parole

Francesco Flachi, ex attaccante della Sampdoria, ha fatto il punto sulla Sampdoria ai microfoni de Il Secolo XIX. Le sue parole su Marco Giampaolo e Fabio Quagliarella, sul libro che racconta la sua vita e sugli obiettivi futuri.

ROVESCIATA«Se provi una rovesciata puoi cadere ma puoi rialzarti, riprovarci e fare gol. Il libro è vero, sincero: racconto momenti belli, errori. In questi 12 anni ho aperto dei locali, mi sono riavvicinato al calcio lavorando in radio e tv, ho imparato nuovi mestieri, sono stato apprezzato. Vivo di emozioni: l’affetto della gente mi ha dato forza nel fare cose inimmaginabili, come tornare a giocare. Una storia brutta sta diventando bella. Voglio aiutare gli altri a non fare i miei sbagli».

SQUALIFICHE«La prima, quella legata alle scommesse, è un’enorme ingiustizia: non avevo fatto nulla: mai giocato un euro, mai dato un risultato. Quei due mesi di stop non li ho mai capiti, avevo la Samp, la Nazionale, andavo forte. Ho sofferto, non l’ho digerita: invece di trasformare la rabbia in positivo mi ha portato a fare gli errori da cui sono arrivate le due squalifiche per cocaina. Dovevo reagire diversamente, ho sbagliato, ma sulla mia pelle, senza fare male ad altri, anche se ho deluso persone vicino a me. Ma il bello della vita è poter ripartire, sono passati 12 anni, si cambia, si migliora. Faccio lezioni private a tanti giovani e gli dico “se hai una chance sfruttala al massimo, altrimenti ti pentirai”».

RITORNO AL CALCIO«Ho fatto una battuta: 12 anni sono stati cancellati in 30 in campo. So solo io cosa ho passato, mi dico bravo per come ho reagito. L’ho vissuta come una finale mondiale, mi sono allenato tanto, è stato bellissimo rivedere tanta gente che mi vuole bene. I ragazzi di 20 anni vanno il doppio, ma mi diverto nonostante gli acciacchi».

FUTURO«Voglio prendere il patentino da allenatore, il campo dirà se sono bravo o meno, ma la gavetta è importante. Lavorare con lui sarebbe bellissimo, ho solo da imparare, ci andrei subito, per l’uomo e per l’allenatore, mi ha trasmesso tanto».

AMORI NEL CALCIO«La Fiorentina è la moglie, la Sampdoria l’amante perfetta. Sono fiorentino, tifoso della Fiorentina, la fede non si cambia ma nel calcio nessuno mi ha dato quanto la Samp e i suoi tifosi: io ci sono stato per loro nel momento del bisogno, loro lo stesso per me, è nato un rapporto stupendo. Per la Samp ho rifiutato 10 milioni dal Monaco. Il rispetto si guadagna in campo, ho solo un tatuaggio, il Giglio di Firenze, non ne farei mai uno della Samp, mancherei di rispetto alle due tifoserie».

MOMENTO PIU’ BELLO «Promozione in A e qualificazione in Europa. Le rovesciate? Non so se ero fortunato o bravo, era istinto. Facevo tutto distinto: questo mi portava a fare le giocate inaspettate senza paura, ma anche le cazzate fuori dal campo».

GIAMPAOLO«Ha avuto un periodo duro, ma Giampaolo è la scelta migliore, conosce bene il calcio e la piazza: per lui è meglio partire in estate, ma sta venendo fuori il lavoro, ha giocatori importanti, non credo ci siano problemi per la salvezza a patto di non avere cali mentali. Vorrei la Samp più in alto ma non è facile al giorno d’oggi».

UOMO SALVEZZA«Bisogna prendere esempio da Quagliarella: chi ha la fortuna di stargli vicino deve imparare dalle sue qualità, da come si allena: grande uomo e calciatore, è encomiabile per quanto ha fatto e fa ancora».

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