Sampdoria-Genoa, lettera di Quagliarella: «Può essere triste la felicità?»
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Sampdoria-Genoa, lettera di Quagliarella ai tifosi: «Può essere triste la felicità?»

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Sampdoria-Genoa, Quagliarella scrive una lettera ai tifosi tramite La Gazzetta dello Sport. Il toccante pensiero del capitano

L’attaccante e capitano della Sampdoria, Fabio Quagliarella, ha utilizzato La Gazzetta dello Sport per pubblicare una lettera rivolta a tutti i tifosi nel giorno del derby. Ecco il pensiero stilato del giocatore:

«Può essere triste la felicità? Me lo domando da quando La Gazzetta dello Sport mi ha chiesto di mettere insieme pensieri e parole per il mio nono derby con la Sampdoria, diverso da tutti gli altri che ho sin qui giocato, senza il pubblico che lo rende magico e per assurdo una stracittadina ancora più “sociale” del solito, cioè con vista sul nuovo ponte di Genova, che in realtà è il nuovo ponte di tutta l’Italia che si ribella alle sue stesse tragedie.
Sì, può essere anche triste la felicità. Senza i tifosi che vanno insieme allo stadio pur amando squadre diverse, e magari sono amici o mogli e mariti e figli, non potrà essere la partita che ti prende alla gola, che ti fa sgranare gli occhi quando esci dal tunnel degli spogliatoi, che ti fa sentire le pulsazioni della Gradinata Sud, che ti lancia sulla luna quando la vinci e sotto terra quando non va bene».

«Per carità, il derby sarà sempre il derby, ma nessuna coreografia virtuale potrà sostituire le due anime della città che si contrappongono dentro lo stesso stadio, facendoti ascoltare – a te fortunato che sei in campo – il battito dei loro cuori, il sospiro delle loro attese. Ed è una felicità triste anche pensando al nuovo ponte. Sarà un bene per tutti, soprattutto per chi deve muoversi ogni giorno e nell’ultimo periodo ha affrontato difficoltà bibliche, code da film dell’orrore. Qualche giorno fa sono passato sotto nuovo ponte, ne ho apprezzato la bellezza stilistica di un genio dell’arte come Renzo Piano, l’impressione di solidità e modernità che prima non c’era».

«Già, prima non c’era: perché? Proprio facendosi questa normalissima domanda che la felicità diventa tristezza. Per quello che conta, la mia la voglio condividere con quella delle famiglie che porteranno sempre nei loro cuori le 43 vittime e in questi due anni hanno inoltre dovuto sopportare i blablabla della politica, i meccanismi infernali della burocrazia, il ping pong delle responsabilità. La luce di un nuova strada non potrà mai cancellare il buio di quel martedì 14 agosto 2018. Giocheremo questo derby anomalo e faremo di tutto per regalare una sera di felicità a noi e ai tifosi della Samp, il nuovo ponte sarà inaugurato, le auto andranno avanti e indietro sopra il Polcevera come nulla fosse mai successo. La vita continua, lo spettacolo deve continuare, ma dimenticare i propri errori è il peccato più grande che può commettere un uomo».

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