Sampdoria, Mirko Conte: «Carparelli? Ecco perché lo feci volare» - VIDEO
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Mirko Conte: «Carparelli? Ecco perché lo feci volare» – VIDEO

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L’ex Sampdoria Mirko Conte: «Carparelli? Lo feci volare, ma nulla di personale. Vi spiego perché» – VIDEO

Intervenuto in diretta sulla pagina Instagram di Blucerchiando, l’ex difensore blucerchiato Mirko Conte ha ripercorso il suo passato alla Sampdoria. Il Rosso, in particolare, ha ricordato l’episodio accaduto durante un derby, in cui ebbe qualche scintilla con Marco Carparelli.

LA SAMP – «Sono stati anni molto diversi tra di loro, ma restano i quattro anni più belli della mia carriera. Ho vissuto emozioni completamente diverse, ogni gruppo si è dovuto adattare a situazioni differenti: ad esempio – ricorda Conte – quando abbiamo lottato per non retrocedere non è stato semplice, soprattutto in una società non abituata a quella classifica. La fortuna di quegli anni è dovuta al fatto che tutti i gruppi sono calati nella mentalità giusta, grazie anche agli allenatori, ma soprattutto grazie ad un pubblico che non ha fatto mai mancare il proprio supporto, come ad esempio nella retrocessione del 2011, con la gradinata sempre piena. È facile andare allo stadio quando si vince, ma i veri tifosi si vedono nelle situazioni difficili. È stato importante per noi nel 2001, anche perché la situazione societaria non era chiara».

FESTA PROMOZIONE – «C’erano 100 mila persone, arrivando dalla sopraelevata abbiamo visto tutta questa gente in piazzale Kennedy, era impressionante. Non c’era uno spazio vuoto, è stata un’emozione incredibile».

MAGLIA – «Non sono particolarmente legato al numero 14 ma era un numero che mi piaceva e quando lo leggo mi viene in mente che era il mio numero alla Sampdoria. Sergio lo voleva, ma gli dissi che era mio».

CARPARELLI – «Il derby non sono solamente i 90′ in campo, ma inizia già la settimana prima con tanti articoli sui giornali e tremila persone a Bogliasco. Erano uscite alcune dichiarazioni non simpatiche da parte di Carparelli, così ai miei compagni dissi che ci avrei pensato io, scherzando. Poi, anche per via del mio modo di giocare aggressivo, l’ho fatto volare oltre i cartelloni. Non rinnego niente, ma ovviamente non c’era nulla di personale nel gesto, sono cose che succedono su un campo di calcio. Vista anche l’importanza della partita – ha concluso Conte – la cosa è stata enfatizzata ed amplificata».

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