Pellegrini: «Vi svelo la mia top 11 della Sampdoria. Giampaolo simbolo»
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Pellegrini: «Vi svelo la mia top 11 della Sampdoria. Giampaolo simbolo»

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Luca Pellegrini, ex calciatore della Sampdoria, ha svelato la sua top 11 blucerchiata dell’era Ferrero. Le sue parole ai taccuini de Il Secolo XIX

Luca Pellegrini, ex calciatore e capitano della Sampdoria, ha svelato la sua top 11 blucerchiata dell’era Ferrero alla vigilia del Derby della Lanterna. Le sue parole ai taccuini de Il Secolo XIX.

TOP 11 – «A ripensarci, le Sampdoria di Ferrero hanno avuto fior fior di calciatori. Mettere insieme la top-11 va bene, ma è necessario anche citare una panchina. I cinque cambi aiutano in questo caso. Li prendo in considerazione come fossero tutti al massimo del proprio valore. Altrimenti diventa complicato districarsi».

MODULO – «Direi 4-4-2, ma ripensando a tutti gli elementi offensivi visti in questi anni, allora forse viro sul 4-3-2-1».

ALLENATORE – «Per me senza dubbio Marco Giampaolo. Simbolo dell’estetica. Ha fatto divertire i tifosi sampdoriani. Senza nulla togliere a Ranieri e alla sua grandissima carriera, lui è il simbolo di concretezza».

SQUADRA – «Quagliarella e altri 10. Secondo me Fabio ha inciso tantissimo sugli ultimi campionati della Sampdoria e mi riferisco anche alla continuità delle prestazioni. Alcuni suoi gol restano indimenticabili e penso che ogni tifoso lo vorrebbe nella sua squadra ideale».

PORTIERE – «Preferisco Audero a Viviano».

DIFESA – «A destra De Silvestri e non Bereszynski. Lollo è più completo, ha più piede e maggiore personalità. Forse leggermente meno veloce del polacco ma complessivamente più solido. A sinistra non mi entusiasma nessuno in particolare ma sto apprezzando molto il percorso di Augello e metto lui. Quanto ai due centrali, la coppia è Skriniar-Andersen. Due giocatori che incarnano peraltro perfettamente il calcio di Giampaolo, sono giocatori da sistema, che sanno studiare, si muovono da reparto e non individualmente. Anche per questo il danese ha incontrato qualche difficoltà a Lione».

CENTROCAMPO – «Ci vogliono tre cagnacci di qualità, che sanno giocare, tenendo conto che davanti avremo tre che non amano particolarmente rientrare. Allora direi Palombo play con il compito di “pulire” il pallone e trasmetterlo subito in verticale. Poi Fernando, mi piaceva molto, e Obiang».

ATTACCO – «Di Quagliarella ho già detto, alle sue spalle Muriel e Cassano. A Napoli dicevano di Maradona, non è importante quello che fa fuori dal campo, ma che sia in campo. Lo stesso vale per Antonio, si parla tanto del suo talento “sprecato”, ma resta una delizia del calcio. Con lui si parte quasi sempre con un gol di vantaggio». 

PANCHINA – «Ne cito pochi ma è necessario. Ci metterei Soriano e Schick, che quando entrava era devastante, Torreira e Bruno Fernandes. Alla Sampdoria è arrivato giovane, gli è mancata un po’ di continuità, adesso a Manchester è maturato e si sta rivelando un grande campione».

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