Scanziani: «Sampdoria, serve coraggio. Tifosi? Incredibili»
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Scanziani: «Sampdoria, serve coraggio. Tifosi? Incredibili»

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Sandro Scanziani, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sulla squadra blucerchiata ai microfoni de La Repubblica: le sue parole

Sandro Scanziani, ex calciatore della Sampdoria, ha fatto il punto sulla squadra blucerchiata ai microfoni de La Repubblica: le sue parole.

SAN SIRO «Dovevo accompagnare Ivan Bordon, ma la moglie ha avuto dei problemi e quindi sono andato con un amico. È la prima volta che torno a vedere la Sampdoria dal vivo dopo il Covid. Non ho quindi elementi sufficienti per dare un giudizio e non voglio fare l’allenatore da divano, mi aspettavo però qualcosa di più».

TIFOSI«I tifosi sono sempre qualcosa di eccezionale, ero in tribuna ed erano sopra di me. Ho fatto più foto a loro che ai giocatori in campo. Sono incredibili, con questa situazione in classifica e questa società, che non riesce a sistemarsi, meritano solo tani complimenti. Tremila, presenti in trasferta sono numeri importanti, soprattutto in una gara sulla carta molto difficile. Mi sento loro vicino, anzi ormai sono uno di loro. Sono sampdoriano, è il posto dove mi sono trovato meglio e ho vinto, con la fascia da capitano al braccio. A distanza di anni mi vogliono ancora bene e non posso dimenticarlo».

AVVESARI«Si può anche perdere, ma almeno fare faticare gli avversari. Il gol su calcio d’angolo ha cambiato tutto e la gara è diventata in salita. L’importante è, però, centrare la salvezza il resto non conta niente».

PASSATO«Le squadre avevano un nucleo formato da italiani che assicuravano almeno una reazione di tipo nervosa nelle situazioni difficili. Nel nostro caso, davamo sempre qualcosa in più, perché amavamo la Sampdoria, avremmo fatto qualsiasi cosa per recuperare. Eravamo nelle condizioni ideali a livello professionale e sentivamo questa responsabilità. C’era un attaccamento verso la società ed i tifosi, che forse non c’è più. Il lunedì, se avevamo perso, ero in imbarazzo quando incontravo qualche tifoso, mentre portavo le bambine a scuola. Mi sembrava di averli delusi e mi dispiaceva tanto».

STANKOVIC «Onestamente ho visto anche giocatori che non conoscevo, tipo Amione. Penso che Stankovic li voglia provare tutti per capire poi su chi puntare. Complessivamente non mi piace molto come squadra, probabilmente non si poteva fare meglio, considerando la situazione particolare. L’obiettivo è almeno il quart’ultimo posto non si può sperare altro».

LACUNE«Vedo parecchie lacune, il problema non è solo l’attacco. Caputo ha sempre fatto gol, fa fatica a giocare. Servirebbe un elemento di inventiva, alla Beccalossi, perché senza diventa difficile essere pericolosi. In certe situazioni bisogna cominciare a pensare, prima di tutto, a non prendere gol. La salvezza si ottiene anche con dei pareggi senza reti».

CAMBIO TECNICO«Mi è capitato due-tre volte di non amare i miei tecnici, ma ho sempre voluto vincere. Fare il meglio perché ero un professionista e prevale prima di tutto l’amor proprio. Per Stankovic non è facile arriva dall’estero e deve imparare a conoscere i suoi giocatori ed anche gli avversari. Serve tempo, non è una questione di pochi giorni».

CATTIVERIA«Le sei ammonizioni sono un segnale di cattiveria, determinazione, voglia di non soccombere nello scontro diretto, di non accettare la superiorità dell’avversario. È un segnale importante, assieme all’affetto dei tifosi che, come aveva insegnato Paolo Mantovani, sono sempre positivi e renderanno sicuramente più facile raggiungere l’obiettivo».

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