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Scommetto sulla Samp…

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La prima di Marco Giampaolo davanti al suo pubblico, il teatro di casa, la prima da dentro o fuori di stagione, mi è piaciuta. L’applaudo seriamente, senza ironia e paura di potermi sbagliare. Certo non mi illudo perché di fronte c’era una rappresentativa della Diesel non la Signora Juventus e nemmeno l’Empoli. Ma ho visto una squadra vera, con un tentativo di gioco serio, con la voglia di divertire e divertirsi insieme. 

Non male dopo il fallimento personale di Montella, il funzionale ma elementare palla lunga e pedalare di Walterone Zenga preceduto dalla tragedia europea. Prove di gioco insomma e working in progress sul mercato che si sono presi i giusti applausi di un Sud mai in vacanza. Si parte da qui, dalla vittoria, dal passaggio del turno, da una prima scommessa vinta. Gli interpreti ruotano intorno ad un’idea di calcio sacchiana come il pallone sul campo colorato di verde acceso. Girano veloci, poche pause e tanto sudore per novanta minuti che mi fan sorridere nuovamente, ben sperare e credere che le fatiche di un anno fa siano servite a non ripetere gli errori passati e migliorarsi, rafforzarsi dentro e fuori dal rettangolo di gioco. 

Via qualche mela marcia (io ne manderei via ancora qualcuna e terrei fortemente Cassano ma sono mie personalissime opinioni) dentro giovani con le palle quadrate, la bava alla bocca e naturalmente piedi buoni per raggiungere una tranquilla salvezza, magari qualche gradino sopra, nella parte sinistra della classifica, sopra nuovamente ai Cenoani. Bravo Pecini e chi osserva per lui, chi ha scelto giovani di belle speranze e uomini con un curriculum vitae da A (qui il bravo va fatto a Carlo Osti…). Troppe scommesse? Sarebbe bello vincerle tutte, una dopo l’altra e guadagnarci pure. Cosa c’è di male? Anche la Samp è un’azienda che deve produrre passione e profitti soprattutto oggi con un presidente senza portafoglio ma idee chiarissime su come gestire una squadra di calcio, almeno rispetto al recente passato. Lo dimostrano il valore delle cessioni, pure quella di Moisander. Quando ci si sbaglia bisogna comunque non rimetterci, saperci ricavare. E fino ad oggi… 

Ma torniamo alla prova sul Bassano Virtus. Su due ho voglia di scommetterci, pardon, puntarci forte anch’io: Lucas Torreira e Karol Linetty. Il primo mi entusiasma, mi ha strappato applausi che tenevo gelosamente in tasca e anche paragoni illustri con qualche collega in tribuna: mi ricorda il miglior Gargano ma vorrei diventasse presto Pizarro. Ha il fisico, la personalità, la cattiveria e la luce per diventarlo. E poi Linetty, che cuore. All’Europeo ha fatto lo spettatore a Genova se la giocherà per un posto da titolare in un centrocampo nuovo, completamente rivoluzionato per fortuna nostra. E non è ancora finita mi dicono. Il polacco ha la gamba giusta. Non ha paura neppure lui di metterla nella mischia e col pallone tra i piedi ci sa fare. Plusvalenza garantita. 

Ma se di scommesse bisogna parlare io ne ho ancora due da giocarmi. Una si chiama Luis Muriel. Sono sicuro che quest’anno non sbaglierà più, farà la sua miglior stagione grazie a Giampaolo e a una maturità forse arrivata con qualche stagione di colpevole ritardo. L’ultima è su Antonio Cassano. Rapporto irrecuperabile? Dalla società mi dicono di sì, qualcuno se l’è legata al dito. Storie di derby, nessun segreto ormai. Ma ne vale la pena? Sono cose di campo e dovevano finire lì. Ora c’è il rischio di trascinare un caso con il campionato alle porte. Ma se Antonio (il giocatore…) resisterà, terrà duro come fece a suo tempo capitan Palombo sono sicuro che vincerà l’ingiusta crociata portata avanti da un dottore, non da due…

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