Scudetto Sampdoria, Tedeschi: «Ferrero? Meglio che non abbia parlato»
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Scudetto Sampdoria, Tedeschi: «Ferrero? Meglio che non abbia detto nulla»

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Corrado Tedeschi, presentatore e tifoso della Sampdoria, ha rilasciato alcune dichiarazioni su Ferrero e sui 30 anni dello Scudetto blucerchiato

Corrado Tedeschi, presentatore e tifoso della Sampdoria, ha rilasciato alcune dichiarazioni su Massimo Ferrero e sui 30 anni dello Scudetto blucerchiato. Le sue parole a TMW Radio.

MIRACOLO – «Di miracoloso non c’è nulla, era una squadra costruita in maniera meravigliosa da Mantovani, una squadra volutamente straordinaria: fu un’escalation, prima la Coppa Italia, poi Coppa delle Coppe e quindi Scudetto. Anni in crescendo, poi certo, quando arrivi allo Scudetto l’incredulità c’è perché sembra vietata agli umani».

FERRERO – «Poi il lato finanziario nel calcio ha assunto un lato determinante, e vincono le squadre più ricche. Era la fine di un calcio più umano e vero, il ricordo dei tifosi è quello di qualcosa che non potrà succedere per tanti anni. A meno che… Apro una parentesi, se mi permettete: il presidente attuale ancora non ha detto niente a proposito di questo straordinario evento e la dice lunga sull’estraneità di chi oggi guida la Sampdoria».

MANTOVANI-FERRERO – «Neanche Mantovani era genovese, ma è diventato straordinariamente sampdoriano. Ricordo che quando gli chiesero se aveva vinto Genova lui rispose che no, aveva vinto esclusivamente la Sampdoria. Ferrero ha fatto degli errori, neanche dal punto di vista della gestione visto che quest’anno è stato fatto un altro bel campionato, ma ha detto delle cose… Una volta disse che la Samp la conoscevano fino a Bogliasco prima di lui, significa essere condannato da tutti i tifosi ad andarsene. Deve succedere».

SQUADRA – «C’era Vierchowod che faceva reparto da solo, credo che per qualche anno sia stato uno dei difensori migliori al mondo. Dietro con lui e Mannini era dura passare, poi Lombardo che correva a cento all’ora sulla fascia, Dossena intelligente, Cerezo un genio a modo suo e poi Pagliuca un gran portiere… Oltre a Mancini e Vialli non c’erano punti deboli. In panchina poi uno capace di gestire così tante primedonne. Nessuna nota stonata».

TEATRO IN CRISI – «L’ambiente è stato messo in ginocchio in maniera quasi definitiva. Abbiamo resistito, non so come. Centinaia e centinaia di famiglie, ma ora si ricomincia. Le tournée saranno programmate, già dall’estate andrò in giro a lavorare. Una missione assolutamente necessaria per tenere sveglie le menti, ma il teatro è stato molto trascurato. Ogni decreto conteneva qualsiasi cosa tranne il teatro».

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