2013

Sensibile, la Samp e il “nuovo Pastore”: soldi sprecati o sfortuna?

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Se qualcuno ha aguzzato la vista, avrà notato come nella lista dei convocati per il ritiro di Bardonecchia manca il nome di Juan Antonio. L’argentino, come altri epurati, è rimasto a Genova. Solo che la non-convocazione del fantasista è giunta un po’ inaspettata per qualche tifoso blucerchiato: se Maresca e Poulsen, come Volta, potevano essere in partenza, forse ci si aspettava un trattamento diverso per quanto riguarda l’ex Brescia, reduce da una stagione difficile. Inoltre, la sua valutazione a bilancio – tre milioni di euro per comprarlo da Corioni nel gennaio 2012 – consigliava ben altro comportamento.

Certo, l’avventura blucerchiata di Juan Antonio non è stata molto esaltante: in B, si è dovuto condividere lo spazio con Pasquale Foggia, perché non ha ben sfruttato le occasioni avute da titolare. Anzi, alla fine, la Samp si è potuta permettere di fare a meno di lui, tanto che, nella finale di Varese, Iachini puntò su Soriano come trequartista. In A, Ferrara non c’ha mai creduto: infatti, anche nel periodo più buio, l’argentino ha giocato appena 10′ tra la gara in casa contro il Cagliari e la trasferta di Palermo. Poi, una volta arrivato Delio Rossi, Juan Antonio era nuovamente infortunato ed il nuovo tecnico ha preferito mandarlo a giocare. Visti i risultati ottenuti a Varese, la Samp ha deciso di disfarsene.

La domanda che ci si pone è: quanto c’è di giusto in questa mossa? Così, ad occhio, la cessione pare una mossa autolesionistica. Non tanto per le qualità del giocatore, che mi sembrano ben nascoste se non sono venute fuori in un anno e mezzo. Più che altro, qui subentra lo stesso discorso di Renan, Fornaroli, Rodriguez: alla Samp piace pagare molto i “carneadi” e poi disfarsene come le ultime ruote del carro. Chi professa la sacralità del bilancio non può fare così; non si può pretendere di avere De Silvestri a 500mila euro e poi buttare soldi, comprando a tanto e vendendo un giocatore manco avesse la peste. Non convocare in ritiro Juan Antonio è un modo per dire: «Fate di lui ciò che volete, accetteremo qualunque offerta».

In questo senso, sarebbe stato meglio portare il ragazzo in ritiro. Per me non è un giocatore fondamentale per questa Samp, ma non si può vendere l’argentino nel momento più buio della sua carriera; un prestito, forse, per un’intera stagione gli avrebbe permesso di rivalutarsi, magari in B. A quel punto, dopo una buona annata, sarebbe stato possibile pensare ad una cessione che ricoprisse in parte la spesa effettuata un anno e mezzo fa. Invece, niente da fare. Certo, la sfortuna ha avuto un qualche ruolo nell’avventura blucerchiata di Juan Antonio: gli infortuni non sono stati pochi. Ma è anche vero come Sensibile si sia fatto raggirare per tre milioni di euro, soldi che potevano andare altrove, e che la Samp paga un’operazione di mercato scellerata. Inoltre, la si smetta di chiamarlo il “nuovo Pastore”: infortuni a parte, l’argentino condivide poco con il suo connazionale del PSG.

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