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Serie A, cosa fare in caso di nuova positività? È il dubbio da sciogliere

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Ripresa Serie A, ancora un nodo principale da dover sciogliere: l’eventuale positività di un giocatore o membro dello staff

Per la ripresa della Serie A, nonostante stiano per partire in maniera individuale praticamente tutte le squadre, non ci sono ancora certezze. La Gazzetta dello Sport spiega che c’è un nodo principale, ovvero l’eventuale positività al virus di un giocatore o membro dello staff e come gestire eventualmente la situazione.

Gli scienziati, per questo ambito, hanno chiuso tutte le porte, ma non solo loro: di fronte a un caso, i calciatori – o i membri del cosiddetto «gruppo squadra» – devono essere trattati come gli altri. Due settimane di quarantena. Per il positivo e per le persone che hanno avuto contatti ravvicinati con lui.

La FIGC, invece, aveva invece studiato una sorta di modello tedesco, con una chiusura di una settimana per prevenire qualsiasi possibilità di ulteriore contagio (tamponi a distanza di 24 ore e test sierologici in 5-7 giorni). Le idee sono piuttosto contrastanti e la spaccatura è in risalto. Per gli esperti è una sorta di ultimatum: o si prende in considerazione l’idea di fermarsi in caso di positività oppure è inutile partire col calcio giocato.

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