Soriano e l'Italia: «Sempre bello vestire la maglia azzurra» - Samp News 24
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2015

Soriano e l’Italia: «Sempre bello vestire la maglia azzurra»

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Terza presenza in azzurra, prima da titolare: Italia-Inghilterra a Torino è stata la definitiva consacrazione per Roberto Soriano in azzurro, con le parole del ct Conte a sottolineare la sua buona prova nel centrocampo azzurro: «Già, ma sopratutto la seconda chiamata consecutiva. Vestire la maglia dell’Italia mi trasmette sempre emozioni fortissime. E sono sicuro che sarebbe così anche se stessimo commentando la mia 100° presenza». È stato bello vederlo in campo con Éder: «Ho sentito che c’è stata qualche polemica sugli oriundi, ma non l’ho capita. Lui è in Italia da dieci anni e secondo me è più italiano che brasiliano. E mi ha fatto effetto ritrovare anche Pellè. Mi sono tornate in mente certe partite dell’anno della promozione. Con la Nocerina, il Cittadella, la Juve Stabia…».

CERTEZZA – Dopo la Samp, Soriano è ormai in pianta stabile anche nel giro della nazionale: «Domanda per Conte… il fatto che mi abbia chiamato per la seconda volta di fila mi ha colpito. Voglio dimostrare di potermela giocare. Le scelte spettano all’allenatore». Tatticamente i compiti sono differenti rispetto alla Samp: «Quando sono entrato a Sofia, la situazione era favorevole perché la Bulgaria stava calando fisicamente e così ho avuto maggior libertà e trovato maggiori spazi per fare il mio gioco. In queste situazioni esce fuori il mio dna da trequartista. Però proprio l’analisi delle gara di Sofia aveva evidenziato come in alcune occasioni ci fossimo sbilanciati troppo. Così con l’Inghilterra sono stato molto più attento alla fase difensiva».

FUTURO – L’Europeo è il sogno di Soriano: «Come lo è per ogni calciatore. Però prendo un sogno per volta, prima c’è quello che sto vivendo con la Samp». Martedì sera, dopo la gara, la prima telefonata è stata quella dell’amico di sempre: «La solita… di Mustafi». La maglia azzurra rimane tra i preziosi tesori di Soriano: «A casa – ammette il centrocampista in alcuni passaggi di un’intervista a “Il Secolo XIX” -. Devo studiare come riuscire a tagliarla in cento pezzettini per accontentare tutti queli che me l’hanno chiesta, tra parenti e amici in Germania e quelli a Sperone, in Campania».

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