Sampdoria, Thorsby: «Con DiFra giocavo poco. Poi è arrivato Ranieri»
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Thorsby: «Con Di Francesco giocavo poco. Poi è arrivato Ranieri»

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Morten Thorsby ha parlato della sua esperienza alla Sampdoria e dell’impegno nella lotta all’inquinamento

Morten Thorsby, centrocampista della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di GreenSportsBlog.

RUOLO – «Sono un centrocampista che lavora sodo, un grande corridore, di quelli che attacca e segna alcuni gol».

SAMPDORIA – «A fine 2018, a metà stagione, ho firmato con la Sampdoria in Serie A, il massimo campionato italiano. Il club ha anche una grande storia, cultura e tifosi. È sempre stato un mio obiettivo giocare in uno dei migliori cinque campionati d’Europa e così, a 24 anni, questo è stato un passo naturale ed emozionante. È stato difficile, non ho avuto modo di giocare nelle prime dieci partite. E poi c’è stato il cambio di allenatore».

RANIERI – «Diciamo soltanto che ascolti quando parla. Con lui ho iniziato a giocare molto e ho trovato un buon livello di comfort. Eravamo nel bel mezzo della stagione quando c’è stato lo stop per il Coronavirus».

IMPEGNO SOCIALE – «Superare questa fase non è stato facile. Voglio dire, man mano che avanzavo nel calcio il mio tempo libero è diventato minimo. Ho parlato del clima con i compagni di squadra, con il club. Ho provato ad usare i miei social. All’inizio era una sfida, è difficile diventare politici nel mondo del calcio. La maggior parte delle persone, nel mondo del calcio, pensa solo al calcio e poiché il cambiamento climatico è visto come un argomento prettamente politico, mi sono sentito come un lupo solitario tra i giocatori».

ITALIA – «Andare al lavoro in bicicletta non sarebbe del tutto possibile qui. Solamente perché non fa parte della cultura italiana. Per quanto riguarda la politica, l’atteggiamento prevalente è che la politica e il calcio non si mescolano, o meglio, non dovrebbero mescolarsi. Non sono d’accordo con questo sentimento. Naturalmente il calcio e la politica si dovrebbero intrecciare. Sono lieto che diversi calciatori siano stati coinvolti nel dibattito sul razzismo, nel movimento Black Lives Matter, ma ci sono così tante cose di cui non si parla».

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