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Vialli commosso: «Innamorato della Samp, dico grazie ai tifosi»

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Vialli si racconta fra passato e presente: «Per Mantovani avrei camminato sull’acqua. La malattia è migliorata, grazie a tutti i tifosi per i pensieri»

Con l’uscita del libro Goals Gianluca Vialli ha messo tutti al corrente della malattia che lo ha riguardato negli ultimi mesi, affrontata dall’ex bomber con silenzio e dignità e resa nota poi solo in un secondo momento, con la pubblicazione dell’autobiografia pensata proprio per chi si trova ad affrontare un evento drammatico e spiazzante come quello del tumore. Di questo e di molto altro Vialli ha parlato al programma “Povera Patria”, in onda su Rai 2, toccando anche l’argomento Sampdoria, oggi più che mai caldo dato il ruolo di garante che starebbe svolgendo nella trattativa per l’acquisto del club: «Il presidente Mantovani aveva due cani giganteschi che aveva chiamato Gianluca e Roberto. Era sicuramente un modo per dimostrare il suo affetto, lui era un Presidente molto bravo, ma era anche una figura paterna nei nostri confronti. Eravamo ragazzi molto giovani, condividevamo la stessa filosofia di vita ma, essendo lontani da casa ed essendo ancora abbastanza immaturi, avevamo anche bisogno di una figura come la sua, che potesse guidarci nelle nostre esperienze, non solo professionali ma anche di vita».

L’affetto di Vialli nei confronti della Sampdoria è vivo oggi come allora, e lo si legge nelle sue parole: «Ero troppo innamorato della Sampdoria, era il mio primo amore. Quando incontrai Mantovani per la prima volta lui mi disse che la sua missione era quella di dimostrare che si poteva vincere anche senza far parte dello status quo. Da lì mi innamorai del progetto, ero pronto a camminare sull’acqua, ad andare in battaglia per lui… andavo a letto con il pigiama della Sampdoria! Eravamo tutti così, non c’era niente che mi avrebbe fatto cambiare idea, finché poi, completata la missione, arrivò il momento di andare in un’altra squadra». Tornando all’attualità e alla malattia, l’ex centravanti confessa di non aver voluto parlarne con nessuno per tempo, nemmeno con il gemello Mancini: «Avevo deciso di non condividere la mia storia finché non mi fossi sentito nelle condizioni fisiche e psicologiche per poterlo fare. Ci siamo parlati tante volte, e lui sapeva che io sapevo che lui sapeva…».

Infine, Vialli sente il dovere di ringraziare tutti i tifosi che gli hanno dedicato un pensiero negli ultimi mesi, fra i quali naturalmente quelli della Sampdoria: «Mi ha commosso, è quel tipo di supporto e di energia che ti arriva e non può che farti del bene. Ogni tanto ci vuole, dire a se stessi “ho fatto qualcosa di buono, la gente si ricorda e mi è vicina in un momento di difficoltà”. Ne approfitto per ringraziarli. Il coro della Samp? Luca Vialli alé alé, noi ti amiamo, ti adoriamo, tu sei meglio di Pelé… forse è un po’ esagerato, ma lo prendiamo e lo portiamo a casa!». Adesso i motivi per guardare avanti con più serenità, per il momento, ci sono tutti: «Ora sto bene, sto ancora lavorando sul fisico ma in estate sono stato in vacanza, in costume, e nessuno ha avuto di che lamentarsi… Paradossalmente è un periodo molto felice nella mia vita, sono più equilibrato, ora è tornata la salute e faccio ciò che voglio».

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