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2015

Viviano, Brignoli e Puggioni: tre alfieri uniti per la Samp

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Era da diversi anni che la Sampdoria non si presentava al via del campionato con una pattuglia di portieri totalmente italiana. Per ricordarla, dobbiamo tornare al 2010, quando la Samp raggiunse i preliminari di Champions League: all’epoca il reparto degli estremi difensori era composto da Luca Castellazzi, Marco Storari, Mario Cassano e Matteo Guardalben. Oggi a difendere i pali della Samp ci sono Emiliano Viviano, Alberto Brignoli e Christian Puggioni. Per tutti e tre, l’approdo al Doria è una gioia e i tre – intervistati da “Il Secolo XIX” – hanno parlato della stagione che verrà, sia dal punto di vista personale che di quello di squadra.

Ci si chiede se sia meglio una porta per tre o tre portiere in una porta. La risposta di Brignoli (B.): «Tre portieri in una porta. Come li disporrei? Viviano in mezzo, è il più alto. Io e Puggioni ai lati». Puggioni (P.): «Tre per una. La posizione dipende dalla situazione: uno si dedica alle palle alte, gli altri due a coprire. A rotazione». Viviano (V.): «Ah beh, tre in una porta. Se il “Brigno” mi vede centrale, mi sta bene». Sul dilemma Vialli o Mancini, B.: «Vialli per le rovesciate». P.: «Mancini, più estroso». V.: «Mancini, anche a me piacciono più i giocatori d’estro».

Angelo Massimino diceva: «Perché bisogna comprare i guanti solo al portiere? Qui sono tutti uguali, devono averli tutti». B.: «Una frase avanti ocn i tempi. Nel calcio d’oggi i portieri sono i primi attaccanti. Però no, non farei mai giocare un mio compagno con i guanti. Ma non perché ne sono geloso, ma perché sono lo strumento del mio lavoro. Non li butto mai via, come fossero una reliquia religiosa». P.: «Se serve per vincere, li faccio mettere a tutti. Rispetto ai guanti ho una sola richiesta: devo essere il primo a indossarli. Sui miei guanti ci sono i nomi dei miei figli…». V.: «Più che dare i guanti, farei giocare  a tutti un turno in porta. Per vedere l’effetto che fa».

Così parlava Lev Jascin, storico portiere sovietico: «Se non sei tormentato dopo aver fatto un errore, non sei un grande portiere. In quel momento, non importa quello che hai fatto in passato, perché ti sembra di non aver futuro». B.: «Beh, qui non sono d’accordo. Anzi, proprio nel momento dell’errore, la consapevolezza di quanto hai fatto in passato aiutare a superare la rabbia. E poi sbagliare è umano». P.: «Io sono uno molto critico e riflssivo. Ma tutta la mia carriera è stata costruita su una crescita continua. So di dover lavorare duramente per potermi migliorare». V.: «Vero, però penso che un grande portiere è anche quello che si ricorda delle grandi partite che può aver fatto. E quindi si concentra subito sulla prossima parata, senza restare soffocato dall’errore».

Portiere di calcio, ma nel giorno o nella notte? B.: «Meglio di notte, così ho tutto il giorno libero». P.: «Portiere di calcio o niente. Il piano B sarebbero stati gli studi, mi sarebbe piaciuta medicina. Mi mancano quattro esami per laurerarmi in legge, conto di finire entro settembre 2016. Ho scelto legge perché non c’è obbligo di frequenza». V.: «Né l’uno, né l’altro. Nella mia vita c’è stato sempre il piano A, io ho cominciato a giocare a calcio prestissimo e ho sempre continuato su quella strada. Se non avessi fatto il calciatore, avrei fatto dell’altro. Ma non so che cosa…».

Ci sono delle differenza tra un toscano (Viviano), un genovese (Puggioni) e un lombardo (Brignoli). B.: «Il toscano è il più guascone del gruppo. Il lombardo per carattere si avvicina al toscano. Il ligure è quello che ci mette in riga». P.: «Io ho giocato in tutti e tre i posti. Il toscano e il genovese sono simili per spontaneità e simpatia… tralasciando il mugugno. Il lombardo è più sostenuto, un po’ meno diretto nei rapporti personali. Almeno per la mia esperienza». V.: «Tutti e tre siamo uniti da quella vena di follia che caratterizza i portieri. A tutti e tre piace scherzare, io da buon toscano ho sempre la battuta pronta. Brignoli lo conosco da poco, ma ho subito capito che è uno matto. Puggioni, invece, è quello pacato del gruppo».

Il finale è per la parata preferita dei colleghi. B: «Di Viviano l’uscita su Doumbia all’Olimpico: me l’ha fatta vedere ancora l’altro giorno. Di Puggioni ho visto il rigore parato su Cavani». P.: «Quella di Viviano è facile, quella nell’ultimo derby all’ultimo secondo su Kucka. Da tifoso sampdoriano è stata molto, molto pesante. Di Brignoli ricordo una partita in trasferta, avevo visto la sintesi in tv. Mi pare a Cittadella. Aveva preso tutto». V.: «Di Puggioni il rigore parato a Cavani. Di Brignoli non ne ricordo una in particolare. E ricordo pure che nella top 11 di B c’era spesso e volentieri».

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