Viviano cuore Sampdoria: «Mai al Genoa. E il loro inno non mi piace»
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Viviano cuore Sampdoria: «Mai al Genoa. E il loro inno non mi piace»

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Viviano ripercorre le emozioni vissute alla Sampdoria e dice no al Genoa: «Nulla contro di loro, ma non ci andrei mai»

Emiliano Viviano è intervenuto durante una diretta Instagram sulla pagina Il tifoso viola per parlare dell’esperienza alla Sampdoria, del presidente Massimo Ferrero, di alcuni ex compagni e allenatori. Ecco le dichiarazioni dell’ex portiere blucerchiato.

SAMPDORIA – «La città di Genova ti entra dentro e rimane. Sono legatissimo alla Sampdoria, in futuro non si sa mai. La Gradinata Sud è meravigliosa, i cori sono uno più bello dell’altro».

MOMENTI PIU’ BELLI CON LA SAMPDORIA – «Tutti i derby vinti. Con Mihajlovic ogni domenica era una goduria. I tifosi erano in 30mila in casa e 4mila in trasferta».

FERRERO – «È così come lo si vede, estemporaneo. Mi sono trovato bene con lui, non credo sia il caso di insultarlo come fanno molti. Anche lui ha contribuito a questa situazione con diverse dichiarazioni, ma qualcosa di buono lo ha fatto».

GENOA – «Non ci andrei mai. Non ho nulla contro il Genoa, ma come si fa a cambiare sponda dopo aver vissuto tradizione ed emozioni dall’altra parte? Il loro inno non mi piace».

REGINI E SILVESTRE – «Regini e Silvestre sono due amici. Hanno attaccato ingiustamente Regini, buon giocatore e sempre disponibile. Ce ne vorrebbero quatto o cinque in squadra come lui. Silvestre è un grandissimo difensore».

MONTELLA – «Alla Fiorentina è stato un innovatore con possesso palla e portiere che partecipava alla manovra. Poi ha avuto parecchie difficoltà, un po’ per colpa sua e un po’ per colpa di altri fattori. Non è diventato scarso d’un tratto. Io l’ho avuto anche alla Sampdoria: il suo calcio è bello ma non è facile. La squadra deve essere costruita come vuole lui».

BRUNO FERNANDES – «Se è al Manchester United è anche merito mio (ride, ndr). A parte gli scherzi, io l’avevo capito un po’ prima degli altri. Ha saputo imporsi in Serie A, tornare in Portogallo, dove giocava con maggiore libertà, e fare tesoro di tutti gli insegnamenti presi in Italia. È migliorato e ha fatto il salto di qualità, ora fa la differenza allo United. È un ragazzo bravissimo».

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