Viviano: «Samp ambiente ideale, dalla società al tifo» - Samp News 24
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Viviano: «Samp ambiente ideale, dalla società al tifo»

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Ancora fuori per infortunio, Emiliano Viviano racconta la sua crescita, prima e dopo la Samp

Da tre partite tra i pali della porta blucerchiata non c’è lui, il portiere che siamo abituati vedere da ormai 2 anni interi e che spesso ci ha esaltato con le sue parate, Emiliano Viviano. Una piccola frattura alla mano lo sta tenendo fuori, ma fortunatamente a difesa della porta blucerchiata c’è un blucerchiato doc, Christian Puggioni. Il recupero procede bene e probabilmente dopo la sosta il numero 2 riprenderà il suo posto da titolare.
AMBIENTE SAMP IDEALE- Nel frattempo il portiere blucerchiato ha concesso un’intervista a IlPortiere.net, nel quale racconta tutta la sua carriera, bei momenti, punti di svolta fino ad oggi alla Samp, della quale non può che parlare bene: «Reputo l’ambiente Sampdoria ideale, non solo per un portiere, ma in generale per un calciatore, perché da una parte c’è una società da sempre attenta ai giovani e alla loro crescita, dall’altra un tifo vero, che partecipa, che non lascia mai la squadra da sola, un tifo positivo che evita il più possibile contestazioni e polemiche, che ti spinge sempre a onorare la maglia che indossi. È chiaro che esistono anche le pressioni, ma è giusto così, perché la Samp è una squadra importante, alla quale ogni giorno devi dare qualcosa. Per quanto riguarda il portiere nello specifico, è chiaro che poi dipende dal singolo, da come si reagisce davanti alle pressioni perché uno stadio come quello della Samp ti può dare moltissimo in positivo, però può anche toglierti qualcosa».
INGHILTERRA FORMATIVA- L’arrivo a Genova di Viviano si concretizzo nell’estate 2014, dopo un prestito all’Arsenal con zero presenze. Esperienza inutile si direbbe dai numeri, non per Viviano: «A mente fredda l’esperienza positiva è stata quella di staccare un anno, di andare in Inghilterra, all’Arsenal. Ho conosciuto un altro calcio, un altro modo di vedere e di vivere la nostra professione, un’altra maniera di allenarsi. È stata quella la prima volta in carriera, dopo l’esordio in serie B, che non ho giocato e se non giochi ti fai delle domande e a cercare delle risposte, per migliorare. Io avevo avuto un’escalation sempre positiva, ero andato sempre a migliorare, sino alla nazionale, sino alla Fiorentina con 70 punti in campionato e la qualificazione alla Champions sfiorata per 5 minuti. Quindi, dopo tutto ciò ritrovarsi all’Arsenal senza giocare è stata dura, ma è servita tantissimo per rilanciarmi poi alla Sampdoria».

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