Ferrero: «Io, tifoso entusiasta e padre affettuoso della Sampdoria» - Samp News 24
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2015

Ferrero: «Io, tifoso entusiasta e padre affettuoso della Sampdoria»

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Il calcio deve essere passione, gioia ed amicizia: il pensiero del presidente della Sampdoria è questo, e lo conoscono ormai tutti da un po’ di tempo.

Ma Massimo Ferrero, ospitato questa sera negli studi di GazzettaTv, non si stanca di riperterlo e di ripetersi: lo sport deve unire, specie le persone di “fedi” diverse. Come lui ed il rossoblù Preziosi, ad esempio: «Il nostro è un bel rapporto: non penso lui sia geloso di quello che faccio, perché la verità è che ci amiamo: è innamorato pazzo di me. Siamo comunque un po’ diversi. Io sono molto passionale – ha rivelato il numero uno blucerchiato – e allo stadio mi sento tifoso al cento per cento: vivo a pieno la partita, soffro come tutti gli altri e, quando capita di giocare male, mi posso anche arrabbiare».

La Samp ieri ha giocato a Milano, contro i rossoneri di Inzaghi, e Ferrero – come di consueto – era al seguito della sua squadra, con un bel posto a lui riservato in tribuna, dal quale ha potuto vedere da vicino i suoi, impegnati in una gara non tra le più semplici: «Forse ci serviva un po’ più di coraggio, potevamo decisamente chiudere la partita. Ci volevano un po’ più di testa e di fortuna, peccato. All’inizio la partita non è stata tanto bella – ha spiegato –, e c’è rammarico per il gol subìto, specie per come è arrivato. Ma si vede che San Culino non ci ha assistito. Dovevamo approfittare meglio del momento di confusione del Milan. Inzaghi? Lo vedo un po’ sciupato».

A proposito di allenatori, il presidente doriano ha poi parlato di alcune panchine italiane, interrogato dagli ospiti in studio: «Donadoni? Non è un allenatore, è un eroe. Sarri? Mi sembra sia molto bravo e so che Sinisa ci ha fatto due chiacchiere di recente. Per questo, ci tengo a ringraziare il tecnico dell’Empoli e la società stessa per avere ospitato il mio mister. Inter e Milan? Per il momento mi pare che sia messa meglio l’Inter. Moratti? Deve essere rispettato, ha fatto tanto. Come vedo una società? Una squadra di calcio è un’azienda a tutti gli effetti. A me però piace essere come un padre di famiglia e, così, provo a mettere sempre i miei ragazzi a loro agio, facendogli capire che non devono affatto sentire troppe pressioni. Non devono avere troppa tensione in corpo, come ho detto a Soriano, che tra l’altro mi ha dimostrato alla grande di sapere segnare».

C’è stata anche occasione di parlare di mercato, discorso delicato con cui è saltato nuovamente fuori il nome di Balotelli: «Lo prenderei alla Sampdoria, se ce ne fosse la possibilità, perché in un ambiente come Genova tornerebbe ad essere lui, senza il peso di dover far gol ad ogni costo. Cassano? Lo amo, ma penso abbia perso il treno della Samp qualche anno fa. Eto’o? Sta dando una grande mano alla squadra e dico che per Sinisa, che ha un carattere molto particolare e non lo dirà mai, Samuel è l’uomo giusto per lui, capace di motivare gli altri “ragazzotti” a fare bene». 

«Con le parole non sono molto bravo – ha ammesso Ferrero –, ma mi sto facendo conoscere con i fatti: mi piace agire in questo modo, sono un uomo del fare. Voglio un calcio senza barriere, con regole applicate da tutti, e desidero più di ogni altra cosa riportare le famiglie allo stadio. Sarebbe bello poterlo fare con uno stadio di proprietà, ma per via della mentalità italiana, che è un po’ bigotta, me lo impediscono. Se solo mi dessero il via libera… . Nel frattempo io vado avanti – ha concluso il Presidente blucerchiato –, senza regalare niente a nessuno».

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