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I dolori del giovane Audero: «Europei, che delusione. Ma con la Samp…»

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Audero ripensa agli Europei: «Che delusione non aver giocato. Ma con la Samp confermo e miglioro quanto fatto l’anno scorso». E su un ritorno alla Juve: «Giusto sognarlo»

Nonostante sia arrivato con qualche giorno di ritardo rispetto ai compagni, anche Emil Audero ha lavorato sodo a Ponte di Legno con il nuovo preparatore dei portieri Fabrizio Lorieri. Le impressioni sono ottime, così come le aspettative sulla prossima stagione: «Mi aspetto di confermare e migliorare con la Sampdoria quanto di buono fatto nel primo anno di A. Ho avvertito il cambio di categoria, ma mi sono adattato in fretta e adesso si guarda avanti. I primi giorni con il nuovo staff tecnico sono stati ottimi. Con Di Francesco sono a contatto soprattutto quando lavoriamo con tutta la difesa. Il preparatore Lorieri ha
metodologie diverse da quelle a cui ero abituato, ma mi è piaciuto subito: ha esperienza e la trasmette con serenità. Per me ogni anno è un arricchimento – spiega a La Gazzetta dello Sport – non c’è un limite alla possibilità di apprendere cose nuove».

Tuttavia, la delusione di aver visto dalla panchina gli Europei U21 resta e si fa sentire tutt’ora: «Ci speravo dopo essere stato il titolare nelle partite precedenti. Ho cercato di mettere in difficoltà Di Biagio, ma le scelte sono compito dell’allenatore. Due giorni prima del debutto ci ha comunicato che avrebbe giocato Meret. Ci restai male, ma con Alex ho un ottimo rapporto e ho fatto il tifo per lui. Peccato perché era una bella vetrina, si giocava in Italia: è stata la prima delusione della mia carriera». Audero, Meret e Donnarumma sono tre nomi che potrebbero garantire all’Italia sicurezza tra i pali per almeno i prossimi due Mondiali: «A occhio e croce sì… Per fortuna ci sono giovani bravi in tutti i ruoli, non solo in porta. Io, Gigio e Alex abbiamo un bel percorso da compiere».

Quando gli viene chiesto se alla Juventus non ci pensi più, Audero non riesce a trattenersi: «Ci tengo a chiarire bene questo punto. È giusto sognare, credere di poter tornare alla Juve, ma il futuro si costruisce col presente. Io sono cresciuto lì, però sapevo che prima o poi il cordone sarebbe stato tagliato. Non dimentico il percorso nel settore giovanile, l’appoggio dei miei genitori che non mi hanno mai messo pressione, la crescita costante. Il corridoio di Vinovo, in cui sono appese le maglie dei ragazzi arrivati in prima squadra, è molto bello: ti fa riflettere e desiderare di fare lo stesso. Se respiri quell’aria nel modo giusto, cresci bene. E adesso lì c’è anche la mia maglia», ha concluso il classe ’97.

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