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Abete: «La ripresa della Serie A è fondamentale»

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Giancarlo Abete ha parlato della ripresa del calcio italiano: le dichiarazioni dell’ex presidente della FIGC

Giancarlo Abete, ex presidente della FIGC, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio per fare il punto sul calcio italiano.

RIPRESA SERIE A – «Importante che si parli di calcio, di risultati, di competitività ed aspettative. Ci divertiamo tutti nella logica di vedere e valutare, era fondamentale ripartire. Abbiamo ottenuto il risultato che si voleva, senza alzare i toni. Un successo personale e dell’intero movimento da parte del presidente Gravina».

DIRITTI TV – «La Bundesliga ha fatto un piccolo passo indietro, ma non tale da determinare impatti significativi sugli equilibri di un paese che ha sempre avuto un bilancio pari, con priorità all’ambito sportivo. Noi non possiamo pensare a un sistema di ricavi crescente, abbiamo margini di recupero non partendo da un massimo livello ma le politiche dei prossimi anni devono contrarre intelligentemente i costi ed aumentare i ricavi, così da offrire un prodotto di qualità».

CONTRATTI ALLUNGATI – «Anche quando si parlava di ridurre gli stipendi dei tesserati e il ruolo dell’AIC, questo è un sindacato che porta avanti battaglie generali e gestisce le regole alla base dei rapporti, ma ciascuno di questi si instaura tra società e tesserato. Non si poteva pensare che AIC facesse accordi-quadro su contrazione e riduzione stipendi per il Covid, anche per quella delle estensioni dei contratti è simile: non ci sono ricette magiche, né soggetti che possono interferire su certi rapporti».

LEGA SERIE A – «Non sono problemi di norma, anche durante il commissariamento sentivo di norme salvifiche, ma è illusorio pensare che uno statuto determini regole di condivisione tra le società. Quello è un documento, uno strumento, ma la Lega al suo interno ha venti club, con interessi diversificati, e ci vuole lo spirito giusto. Secondo me Dal Pino ha fatto bene negli ultimi mesi, non ho condiviso quanto proposto sul blocco retrocessione, antitetico rispetto a quanto si diceva. Per pensare al futuro ci vuole equilibrio, consapevolezza delle differenze e lo spirito giusto. Vanno valutati anche i pesi ponderati della Lega A in relazione a quelli elettorali, ma non è il problema se conti il 18 o il 25%: c’è una legge dello Stato che prevede uguale dignità tra dilettanti e professionisti».

GRAVINA – «Ne esce rafforzato nella capacità di svolgere il ruolo per cui è stato eletto: ha dovuto prendere numerose decisioni andate in collisione con specifici interessi, ma chi fa il presidente federale deve perseguire quelli giusti, e secondo me lo ha fatto».

STADI NUOVI – «Abbiamo rifatto gli stadi nel periodo in cui non c’era ancora la dimensione qualitativa dell’accoglienza allo stadio, ma si puntava ancora tutto sulla quantità, e parlo dei Mondiali del ’90. Abbiamo anche grandi problemi urbanistici, perché gli stadi sono stati rifatti solo dove precedentemente ubicati, e quindi ora che si parla di Milano parliamo comunque di una realtà che sta intorno ai 200 metri. Da una parte queste cose ci devono preoccupare, perché a volte il paese non è in grado di dare l’accelerazione, ma dall’altra mi fa sentire giovane, perché certe problematiche non passano mai di moda».

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