Calcagno: «Diamoci nuove regole per creare una nuova responsabilità»
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Calcagno: «Diamoci nuove regole per creare una nuova responsabilità»

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Umberto Calcagno, presidente di AIC, ha fatto il punto sulla situazione attuale del calcio italiano: le dichiarazioni

Umberto Calcagno, presidente di AIC, ha fatto il punto sulla situazione attuale del calcio italiano. Ecco le sue dichiarazioni.

PROBLEMI ECONOMICI – «I problemi economici del nostro mondo non derivano soltanto dalla pandemia ma c’è una nuova spinta da parte della Federcalcio. Stiamo condividendo un percorso nuovo sulle licenze nazionali, abbiamo controllato con grande attenzione il budget dei club di Serie A per dare un segnale di forte responsabilità. Le Leghe professionistiche hanno dimostrato lo stesso atteggiamento, anche auto-limitando la capienza degli impianti nelle ultime settimane per limitare i contagi. Dobbiamo darci nuove regole per creare una nuova sostenibilità, penso anche che vadano redistribuite meglio le risorse a disposizione perché, se il sistema apicale è in difficoltà, anche la base ha patito tantissimo la situazione restando senza traino: da due anni i campionati minori non si svolgono con la necessaria regolarità a discapito dei ragazzi e il problema dell’abbandono si è acuito. È giusto che anche al nostro comparto vengano riconosciuti. Il mondo del calcio gioca un ruolo importante a livello sociale, anche per l’indotto che genera: non parliamo soltanto di calciatori e calciatrici, ma di migliaia e migliaia di persone che ci lavorano.

QUESTIONE STIPENDI – «Stiamo parlando di nulla. Ci sono tre dati oggettivi al riguardo: innanzitutto non c’è calciatore professionista che non abbia già rinunciato a parte dei suoi compensi; la percentuale di calciatori che ha ancora contratti pre-pandemia è bassissima; infine, guardando all’ultimo ‘Report Calcio’, il “monte stipendi” pesa per il 50% sui costi complessivi dei club, poi c’è un 25% di ammortamenti e un 15% legato alle consulenze e alla prestazione di servizi. Chiediamoci piuttosto come incidere sull’altro 50% dei costi delle società».

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